Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Storia (avvincente) di un bestseller annunciato. Si, perché ne La cattedrale del mare c’è tutto, ma proprio tutto.
Con ordine: la fanciulla violata, il nobile cattivo, il servo buono, il bambino povero e sporco, il musulmano convertito, l’ebreo usuraio però buono, il prete caritatevole, l’inquisitore brutale. E siamo solo all’inizio…..
C’è la ricostruzione storica, bellissima, della Barcellona del 1300, seguita per circa quarant’anni durante la realizzazione della Cattedrale di S anta Maria del Mar: le battaglie navali, le dispute con Genova, il re e le sue pupille, i bastaixos e il quartiere della Ribera.
C’è il ritratto sociale, con i privilegi feudali, le prevaricazioni dei nobili, l’ascesa della ricca borghesia artigiana, i commercianti e i servi, il mercato e il porto.
C’è la religione, con i suoi conflitti, i musulmani, gli ebrei confinati nel ghetto, i collegi domenicani, i sorrisi della Vergine e le violenze dell’Inquisizione.
C’è la peste, le croci sulle porte, le pustole e i monatti manzoniani…
C’è l’arte, con le fasi di costruzione della cattedrale, i progetti del talentuoso e simpatico Berenguer, la chiave di volta issata dalle carrucole, i passaggi segreti e le cappelle del popolo.
C’è l’amore, con fanciulle belle e sensuali, altre schive e delicate, mogli timide, baronesse sprezzanti, meretrici e streghe.
E c’è Arnau Estanyol, il protagonista: figlio di un servo in fuga, oltraggiato e povero, poi ricchissimo banchiere, marito, amante, padre, esponente di spicco del governo, prigioniero dell’inquisizione e poi assicuratore.
Ci sono fughe e inseguimenti, precetti religiosi e dissertazioni filosofiche, analisi commerciali e di medievale finanza, piani di battaglie e strategie amorose. C’è l’amicizia, tanta, che unisce i deboli, e crea legami lunghi una vita.
E c’è la giustizia, sopra tutto e tutti, implacabile e metodica nel punire i cattivi e premiare i buoni.
E’ una grande Barcellona che senti vivere tra le pagine del romanzo, con i suoi quartieri chiassosi e la sua gente, la sua cattedrale imponente e la consapevolezza del lavoro di tante anime.
Alla fine lo si chiude soddisfatti, leggermente scettici sulla verosimiglianza della storia, e impressionati dalla premura con cui lo scrittore catalano Ildefonso Falcones (al suo primo romanzo) fa sfoggio di fonti e ricerche in coda al libro.
Una piacevolissima lettura estiva, una bella storia suggestiva ed emozionante, ben raccontata e documentata, che scorre in un delicatissimo – e a tratti davvero precario - equilibrio tra il romanzo storico e la fiction televisiva di prima serata.
FALCONES ILDEFONSO
CATTEDRALE DEL MARE (LA)
Editore: LONGANESI
Pubblicazione: 02/2007
Numero di pagine: 642
Prezzo: € 18,60
EAN: 9788830424296
“Vuoi Ganesh Gaitonde?” La prospettiva di arrestare il più importante malavitoso del momento è grande, e l’ispettore di polizia Sartaj Singh si precipita nel luogo indicato da una telefonata anonima.
Troverà un bunker antiatomico nel cuore di Mumbai, un omicidio - suicidio, tante domande e l’inizio di una lunga indagine.
Giochi Sacri è una detective story ambientata nel pieno dei profumi e dei suoni dell’India, in un complesso intrigo di malavita, gangster violenti, terrorismo internazionale e belle donne.
Il protagonista è Sartaj Singh, trentenne sikh affascinante ma inesorabilmente solitario, con un matrimonio fallito alle spalle, l’eredità di un padre poliziotto modello e tante umane debolezze. Ma il protagonista è anche Ganesh Gaitonde, che compare da subito, imponente e carismatico, e poi infarcisce il lungo racconto con la sua storia, narrata a lampi di flash back che ne percorrono la giovinezza e l’ascesa, tra violenze, lussi, melodrammi degni di Bollywood e una sapiente dose di sesso. Ci sono prostitute, attrici in erba, miss India siliconate, e tanti farabutti, pronti ad ammazzare, ma subito dopo a piangere commossi davanti al film del momento.
La polizia di Mumbai è segnata di piccole e grandi corruzioni, fatalismo e stanchezza verso gli eventi e la delinquenza diffusa, mentre Sartaj e i suoi colleghi trascorrono le lunghe e afose giornate tra intrighi terroristici, piccole storie di ricatti, Coca-Cola gelate, informatori e mazzette.
Un caos urbano nel traffico di Mumbai, chiassosa e affascinante, dove Sartaj si muove in motocicletta, districandosi nella microcriminalità ma anche negli affari della sua famiglia e dei suoi amici, con freddezza, cinismo ma anche tanta poesia.
Giochi Sacri è un affresco potente, umano, sociale e politico, mai folckloristico, ed estremamente efficace di un’India moderna, che magari ci fa poco piacere scoprire, ma che aggredisce il lettore con sensualità e furbizia, e lo lega in una lettura non sempre facile per 1200 pagine intricate e dense di personaggi.
A tratti risulta faticoso appropriarsi dei termini indiani volutamente lasciati in originale per donare sapore e autenticità alla storia, in un bell’esperimento linguistico, ma chi legge è aiutato da un glossario in coda.
Il suggerimento è abbandonarsi il più possibile alla lettura, lasciandosi intrattenere dalla narrazione, fluida e ricca, della storia principale così come di tutte le storie “laterali” che progressivamente Vikram Chandra apre nel corso del romanzo, in diramazioni narrative che possono appesantire la lettura, ma completano efficacemente il ritratto di un’India contemporanea, sempre più complessa e inesplorata.
Una lettura moderna, avvincente e senza stereotipi.
CHANDRA VIKRAM A.
GIOCHI SACRI
Editore: MONDADORI
Pubblicazione: 03/2007
Numero di pagine: 1183
Prezzo: € 22,00
EAN: 9788804560562
Tutta la poetica, l'arte, la roboante letterarietà dell'opera musicale di Vinicio Capossela, cantautore di culto da più di un decennio, in questo volume del 2004 dal titolo Non si muore tutte le mattine. Catapultato fin dall' Ouverture nel caleidoscopico mondo del visionario e apolide musicista, il lettore si trova sballottato tra sbronze apocalittiche, concerti, intermezzi e serenate, viaggi, scassi e incontri nelle taverne. Non è difficile rintracciare il filo conduttore che lega questa sua prova di scrittura alla sua avventura musicale: tale legame è del resto volutamente sottolineato dal vezzo di rinominare i paragrafi nell'indice con titoli che suggeriscono l'andamento ritmico della lettura. Quasi il lettore fosse un non vedente da guidare per mano in un cosmo indefinibile e impalpabile, in cui non valgono le regole della realtà, ma soltanto le invenzioni, le esplosioni di genialità dell'artista, insieme ebbro seguace di Dioniso ed esteta cultore di Apollo. Emergono da questo universo alcuni personaggi o luoghi noti ai suoi abituali frequentatori: il vecchio Nuttless, apparso come co-protagonista in diversi brani musicali; la mitica Contrada Chivicone, in cui scorre un fiume giallo, lento come l' Orinoco e s'incontrano personaggi con nomi quali Disastro, Musso e Cavallaro... Vinicio Capossela è debitore, per la sua ispirazione, nei confronti di tanta parte dei classici della letteratura, in particolare del novecento: si va dal John Fante della Confraternita dell'uva ai Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, passando per l'opera di Oscar Wilde o Charles Buchowski. Certamente irriducibile resta il suo contributo di originalità, in un lavoro fatto di sintesi, contaminazione, capacità creative e immaginifiche fuori dal comune. Il Salento bruciato dal sole e le metropoli del Nord avvolte nelle brume invernali, il mistero del Serraglio turco e i suoni degli chansonnier francesi, Tom Waits e il cielo distante della Patagonia: tutto si mescola e ridefinisce, in un inesauribile centrifuga di figure e luoghi dell'immaginazione.
CAPOSSELA VINICIO
NON SI MUORE TUTTE LE MATTINE
Editore: FELTRINELLI
Pubblicazione: 03/2004
Numero di pagine: 333
Prezzo: € 16,00
EAN: 9788807016479
Un romanzo come un delizioso cameo: Mal di pietre conferma le qualità della scrittrice Milena Agus, alla sua seconda prova letteraria dopo il discreto successo di Mentre dorme un pescecane. Il romanzo è entrato nella cinquina dei finalisti dell'ultimo Premio Strega, conoscendo la ribalta nazionale e ottenendo un ottimo exploit di vendite in Francia (cinquantamila copie vendute e quarta ristampa in un mese). Pubblicata dal piccolo editore Nottetempo, la Agus riesce a costruire in sole 119 pagine un curioso ritratto di donna: a raccontare la storia è la nipote, che accarezza con tenerezza le vicissitudini della vita della nonna. Una vita comune, scontata, e un matrimonio di convenienza vengono interrotti alla soglia dei quarant'anni da un soggiorno in una località termale della penisola, per curare il "mal di pietre" (calcoli renali). Il "mal di pietre" diventa una metafora delle pene d'amore, del tormento sentimentale: è l'incontro con il Reduce, un uomo dall'indole gentile e dai modi raffinati, a indurla a scrivere e a manifestare i propri sentimenti.
Un viaggio nella storia giapponese e nella mente umana, che inizia con la scomparsa di un gatto, e dalla normalità di un tranquillo quartiere residenziale proietta il lettore in un thriller complesso e magico, dove nulla è troppo strano e irreale.
Il protagonista è un comune trentenne, di quelli che passano inosservati, sposato, disoccupato per scelta dopo un lavoro poco gratificante in uno studio legale, che passa le giornate da casalingo, attendendo a casa la moglie che lavora, e brancolando senza entusiasmo in mille progetti di vita.
Una misteriosa adolescente gli fa compagnia negli assolati e sonnolenti pomeriggi estivi, nelle vicinanze di una casa abbandonata, dove lui si apposta sperando di trovare il suo gatto.
Una telefonata inattesa mette in moto tutto il meccanismo narrativo: una voce di donna languida, una confidenza che rivela un passato, forse dimenticato, forse mai esistito, e via, si precipita nel baratro dell’irreale.
La storia è intricatissima, frutto di vero e sapiente virtuosismo narrativo, che incastra piani diversi e dimensioni parallele. In vari momenti si è turbati dalla confusione, godibilissima, tra le atmosfere rarefatte del sogno e quelle, silenziose e ovattate, di una realtà inverosimile ma assolutamente vera e concreta.
Perché non c’è nulla di strano: una moglie che se ne va, un cognato antipatico e arrogante, qualche infelice episodio familiare sepolto nella memoria. Ma ogni piccolo episodio apre le porte sul passato e sulla coscienza: la storia giapponese penetra con frammenti di inumana crudeltà negli spazi cerebrali del protagonista, che ne raccoglie l’eredità e il pesante fardello di consapevolezza.
Ed è così che dalla normalità di un gatto che sparisce chissà dove, ci si ritrova nelle profondità di un pozzo senz’acqua, in un buio freddo che aiuta a scoprire se stessi e a muoversi in un’altra dimensione, in eleganti camere d’albergo, forse solo sognate, dove voci di donna (sarà la moglie?) chiamano e invocano aiuto, o in raffinati locali high tech dall’atmosfera rarefatta, in compagnia di affascinanti medium dal cappellino rosso. Una voglia bluastra compare sul viso del protagonista, per poi scomparire, i pc si svegliano nel cuore della notte con scampanellii, e raccontano storie di guerra, e racconti di amore infelice, mentre un uccello invisibile continua il suo lento lavoro, avvitando le viti che tengono insieme il mondo e le sue assurdità.
L’uccello che girava le viti del mondo ti afferra con violenza dalle prime pagine e ti trattiene con grande magia e arte: non è un libro facile, ma è senza dubbio un libro unico, un labirinto nel quale muoversi in libertà, scoprendone tutti gli angoli nascosti, correndo in ogni direzione, per ritrovarsi, più di una volta, al punto di partenza.
Alla fine, non senza impegno, dal labirinto si riesce ad uscire, per ritrovare la pace e la risposta a mille domande sulle rive di un laghetto ghiacciato, nel mezzo di un gelido e rassicurante pomeriggio invernale. Una grande esperienza di lettura.
MURAKAMI HARUKI
UCCELLO CHE GIRAVA LE VITI DEL MONDO (L')
Editore: EINAUDI
Pubblicazione: 06/2007
Numero di pagine: 960
Prezzo: € 16,50
EAN: 9788806188177
Dora è una trentacinquenne che vive a Los Angeles, figlia di una mediocre famiglia americana, con madre alcolista e bibliomane, e padre lontano e mai presente. Divorziata da Palmer, ricco – bello – fascinoso - carismatico - superimpegnato - mapocoletterato, Dora vive in un residence a cinque stelle, circondata da macro disordine, bottiglie di vino rosso, abiti firmati e montagne di libri. Montagne di libri dovunque, perché fin da bambina i libri sono il suo rifugio.
Nella lettura Dora si abbandona, dimenticando l’infanzia, le storie andate a male, il lavoro di giornalista che ha perso anni prima, le tante fobie, le delusioni quotidiane.
Un paio di bicchieri di vino, un bagno caldo, e la maratona di lettura notturna consente a Dora di sopravvivere alle difficoltà di ogni giorno. Le amiche, l’ex marito, la sorella cercano di richiamarla alla normalità dalla segreteria telefonica che, opportunamente inserita, protegge Dora dal mondo esterno.
La libreria vicino a casa è il naturale approdo di ogni giorno, dove è inevitabile l’innamoramento e la storia di passione con il bel commesso Fred, commediografo in erba.
Ma non aspettatevi Bridget Jones: Dora è altissima, magrissima, somiglia a Nicole Kidman, frequenta feste e vernissage, veste Prada e Valentino, e fa vita da miliardaria, pur piangendo costantemente miseria, ed essendo disoccupata. Non fa molta simpatia….
La sua storia si dipana tra tentativi di introspezione, slanci di generosità filantropica, vicende familiari di grande amarezza, amicizie e riavvicinamenti. Ma soprattutto citazioni: Dora ama fin da piccola fare gite nelle case dei suoi scrittori preferiti, conosce la biografia di ogni autore, elargisce versetti e frammenti di libri a ognuno e in qualsiasi momento, in una forzata e a volte un po’ stridente esibizione di passione e erudizione.
Dora non è un personaggio in cui si ha piacere a immedesimarsi, non è simpatica e non crea partecipazione nel lettore; la storia qua e là rallenta in momenti prevedibili, o stentati nel tentativo di essere comici e surreali (come quando Dora salva un cervo) o tristi e malinconici (come nel caso dell’amicizia con la piccola nipote di Fred).
Nel complesso il libro si risolve in una commedia romantica a metà strada tra trasgressione e buoni sentimenti, in pieno filone disimpegnato femminile-femminista, ma puntellato da innumerevoli lusinghe al lettore appassionato. Vale la pena leggerlo per le ottime citazioni, nelle quali il lettore maniaco-compulsivo sguazza, e si diverte pure, e le epigrafi in testa a ogni capitolo, tutte da gustare.
"Al di fuori del cane, il libro é il miglior amico dell'uomo.
All’interno del cane c’é troppo buio per leggere..."
Groucho Marx (1890-1977)
KAUFMAN JENNIFER; MACK KAREN
LIBRI E AMORI A LOS ANGELES
Editore: MONDADORI
Pubblicazione: 05/2007
Numero di pagine: 297
Prezzo: € 18,00
Prezzo NicePrice: € 15,99
EAN: 9788804568896
Una Milano spocchiosa e viziata, un gruppo di amici che si crede al di sopra di tutto e di tutti, una moralità sovvertita, un intreccio di amore e di interessi economici. Matteo vuole Margherita, Frans vuole Luca, Luca vuole Camilla. Ci si sposa solo con chi è più ricco, si frequentano solo i locali alla moda, via Marghera non è neanche a Milano ma in provincia. Solo il quadrilatero della moda è ammesso, il Jamaica è il ritrovo privilegiato, i matrimoni a cui si è invitati vogliono Berlusconi e Agnelli, i vestiti che si indossano vengono spediti dalle capitali della moda tramite aerei privati.
Un mondo in cui il nulla regna sovrano ma che, aimè, esiste e prolifera in una città che sembra aver perso la bussola. Un ritratto sconcertante ma veritiero che mette in evidenza solo il lato più meschino di una città che, nonostante tutto, meriterebbe di essere raccontata anche in altro modo. Cos’è, infatti, una città se non l’insieme di quanti la abitano?
Ecco perché questo libro suscita, in chi è milanese, un misto di insofferenza e curiosità, irritazione e rassegnata consapevolezza. Milano, infatti, non è solo lo squallore di vite sprecate come quelle dei protagonisti di questo primo libro di Carlo Mazzoni. Un’elite, se così la si vuole definire, che butta al vento le mille opportunità offerte per godere di un benessere letteralmente rubato. Fortunatamente Milano non è solo questo… La domanda, come si suol dire, sorge spontanea. Perché si dovrebbe leggere questo libro? Per capire quanto in basso si può precipitare quando si ha la convinzione che ogni cosa sia dovuta. Arroganza, sfrontatezza, falsi sentimenti e presunzione.
MAZZONI CARLO
POSTROMANTICI (I)
Editore: SALANI
Pubblicazione: 01/2007
Numero di pagine: 288
Prezzo: € 14,00
EAN: 9788884518422
Lo scrittore toscano Edoardo Nesi, nato a Prato nel 1964 e finalista nel 2005 al Premio Strega con L'età dell'oro, firma un nuovo intensissimo romanzo, dall'emblematico titolo Per Sempre. Riaffiorano in questo lavoro alcune delle tematiche tipiche dell'opera di Nesi: la deriva di una società, quella italiana, in disgregazione; la perdita dei valori e dei riferimenti; la nostalgia indefinita per un passato migliore che forse non è mai esistito, ma a cui ci si aggrappa perchè è meglio un'illusione del proprio presente. Un arcano dolore vela, come una cortina fumogena dell'anima, la storia di Alice, ventenne figlia di genitori separati, la cui inquietudine si manifesta in un singolare rapporto con la divinità cristiana, e in particolare con la sua incarnazione umana, Gesù Cristo. Alice ha cinque orecchini al lobo destro e cinque a quello sinistro; ha un piercing sul naso, una piccola barretta d'agento a forma di freccia; ha i capelli tinti di rosso ed è daltonica; ha sette tatuaggi, ed un ottavo lo ha in cantiere. Soprattutto Alice ha una madre che da quando è stata abbandonata dal marito, è caduta in depressione: passa le sue giornate sul divano, a guardare in TV le televendite. Almeno fino a quando Alice non le procura delle pastiglie psicotrope che la aiutano a dimenticare il suo male di vivere. Il guaio è che la ragazza non sta certo meglio della madre: in breve incomincia a spezzettare e sniffare le pastiglie, viene licenziata dal Call Center in cui lavorava e avverte sempre di più un vuoto indefinibile che cerca di riempire salendo al tramonto sul terrazzo di casa, guardando il calare del sole in bilico sul cornicione. Da lassù può vedere il suo quartiere innevato, il palazzo della Cayenna, abitato interamente da "Non Italiani", gli enormi cartelloni pubblicitari e, da qualche tempo, la "voragine", un buco enorme che si è aperto proprio di fronte al suo palazzo a seguito di un cedimento dell'asfalto. Cominciano allora le visioni: i ricordi dell'ex fidanzato, Edoardo, si mescolano con le apparizioni di un Gesù Cristo che sembra uscito direttamente dall'iconografia pasquale occidentale, mentre le uscite con l'amica Deborah, all'insegna della cocaina, si trasformano in epifanie semi-mistiche in cui sembrano moltiplicarsi i segnali di una misteriosa investitura. Dio vuole assegnare una missione ad Alice? O è tutto il frutto di un'immaginazione alla deriva, eccitata dall'uso di droghe?
Ciò che colpisce nel romanzo di Nesi è innanzitutto l'atmosfera: ovattata, "natalizia" (la vicenda si svolge nei giorni del Natale 2006), si mantiene costante per tutto il racconto, sfociando a tratti in una sorta di "realismo magico" tutto italiano. La profondità della vicenda si cela dietro le pieghe del racconto, a manifestare la sensazione di una deriva epocale e insieme personale che lo scrittore intende trasmettere attraverso il pensiero della protagonista. Alice è l'eroina di una moderna favola nera, senza lieto fine, misteriosa: forse uscita da un film di Tim Burton o da qualche romanzo cyberpunk; ma è anche la ragazza della porta accanto, dura e fragile nel contempo, pura ma contaminata da una società ingiusta e incomprensibile. Di lei il lettore non può fare a meno di innamorarsi.
NESI EDOARDO
PER SEMPRE
Editore: BOMPIANI
Pubblicazione: 09/2007
Numero di pagine: 154
Prezzo: € 14,00
EAN: 9788845259258
Romanzo di contrasti nella New York dei giorni nostri, che conosce la tracotanza della classe intellettuale, le fatiche quotidiane di chi è arrivato dalla provincia, l’arrivismo e l’eleganza delle feste e dei salotti, e poi il risveglio con la ferita, traumatica e insanabile, dell’11 settembre.
Le due torri crollano scoprendo all’improvviso la fragilità di una città, e insieme a questa l’orgoglio e le contraddizioni di uno dei suoi simboli, il giornalista-opinionista liberal Murray Thwaite, l’imperatore, carismatico e autorevole, sul quale fanno perno tutti i rapporti umani, gli scontri personali e ideologici, le inconciliabilità sociali del romanzo.
La vecchia classe intellettuale è chiusa, moralista e carica di falsità, incapace di generare altro se non continue riletture dei propri pensieri, riproposti nella cultura fasulla del copy&paste, sempre uguali e sempre diversi.
I giovani imprenditori rampanti vivono un delicatissimo equilibrio tra successo, soldi, ristoranti e lusso, e il fallimento, con dolorosi traslochi nei quartieri “sbagliati”, ripensamenti di vita, depressioni. New York è una scacchiera, sulla quale i giochi avvengono solo nelle caselle corrette, nei pochi isolati che contano, fuori dai quali non ha senso esistere. La casa è un bene precario, e i lussuosi appartamenti di Manhattan si perdono in un lampo (squarcio su una scottante attualità….), in un rivolgimento di fortuna inatteso, che fa crollare tutto il castello e la spavalderia.
In questo scenario duro anche se abbagliante, Marina è la figlia di Murray, bellissima e mediocre, che cerca di trovare se stessa all’ombra soffocante del padre, e che non ha una sua strada, né una vera idea, o ideologia, o messaggio da comunicare, e finisce per scrivere un libro sui vestiti dei bambini, un affresco del conformismo delle maschere sociali, che porta all’inevitabile e amara conclusione che “i figli dell’imperatore sono nudi”.
Ludo, australiano, arrogante e spaventosamente arrivista, si avvicina a Marina, pur odiandone il padre, e sognando di portare la rivoluzione con l’ennesima rivista di cultura e opinione, sfrontata e supponente. Frederick “Ciccio”, il nipote dell’imperatore, arriva a New York dalla provincia, abbandonando tutto, e affrontando la sfida con l’ansia dell’autodidatta e il sogno di scardinare il sistema, lasciando tutti stupiti. La sua figura è inquietante e nello stesso tempo patetica, un misto di rabbia e candore in cui si sente tutto il dolore di un mondo che combatte per farcela, e affoga nel mare del conformismo.
Ma è Danielle a rivestire il compito più complesso, intimo e doloroso di raccontare una vicenda di rapporti umani tortuosa e moderna, e le contraddizioni di una città affascinante e impenetrabile. E’ lei, intelligente, indipendente, ma al tempo stesso insicura e fragile, il personaggio più riuscito in una galleria di caratteri, forti ed efficaci, di questa cruda commedia newyorkese, tutti simboli inquieti della società mediatica contemporanea.
MESSUD CLAIRE
FIGLI DELL'IMPERATORE (I)
Editore: MONDADORI
Pubblicazione: 05/2007
Numero di pagine: 493
Prezzo: € 18,50
EAN: 9788804563075
<< A partire da questo momento, vi avverto, la mia cronaca è un poco frammentata, io stesso lì che ho vissuto ciò che vi racconto, mi ci ritrovo a mala pena….vi parlavo di <> non potreste nemmeno in <> farvi un’idea di questa lacerazione, di filo, di treccia e di personaggi…del nudo e crudo avvenimento così brutale…pari pari, ahimè!...una di quelle inculate che d’improvviso ci fu più niente…e che io stesso qui a raccontarvi, venticinque anni più tardi, tergiverso, mi ci ritrovo male….frusto a frusto! mi perdonerete…>>
Rigodon è l’ultimo romanzo di Louis-Ferdinand Céline, completato il giorno prima della sua morte, avvenuta il primo luglio del 1961, ma censurato e pubblicato solo nel 1969.
Lo scrittore francese, detestato per il suo antisemitismo, accusato di collaborare con i tedeschi, scomodo e sgradevole ai più, diede con questo scritto il suo personalissimo e inimitabile addio al pubblico: un racconto odissea sull’orrore e lo strazio della guerra.
E’ il 1944 quando Céline, sua moglie Lili e il loro gatto Bebert affrontano il lungo e difficilissimo viaggio attraverso la Germania stremata, con viaggi in treno a metà strada tra un'avventura picaresca e una tragica odissea, attraversando stazioni fantasma, paesi distrutti, paesaggi avvolti nelle urla e nello strazio dei feriti, dilaniati dal fosforo liquido della Raf: devono raggiungere Copenaghen, dove la Landsman Bank ha in deposito i manoscritti e tutti i beni di Céline.
Sul loro cammino c’è il peggior scenario di morte dolore e atrocità che l’umanità ha saputo partorire: cadaveri, rovine, gruppi di miserabili allo sbando, lebbrosi, gente impazzita dalla fame e dal dolore, bambini affamati, orfani o abbandonati. E tanta disperazione.
Un racconto che è esso stesso una follia, una detonazione linguistica, un unico intenso lamento scritto con uno stile indefinito, e irripetibile.
La narrazione difficilmente segue una linea razionalmente percorribile, ma si perde in mille gorghi, in tanti mulinelli linguistici che fanno perdere il filo, assorbono, annullandolo, ogni comune senso della logica, e regalano una immane sensazione di assurdo. Con sapienza Céline riprende qua e là il bandolo, ritornando sui suoi passi, chiedendo scusa al lettore e ricominciando a tessere la sua tela di immagini, suoni, diresti quasi di gesti, perché la narrazione sembra recitata da un folle cantore, vecchio, a tratti delirante ma eccezionalmente potente.
Rigodon non è solo un racconto di guerra, ma un’allucinazione violenta e brutale, che colpisce con la forza espressiva di un linguaggio unico, gergale e contratto, a tratti persino comico, e comunica tutto l’orrore dell’assurdo: l’ultimo capolavoro del genio paranoico e visionario di Céline.
CELINE LOUIS-FERDINAND
RIGODON
Editore: EINAUDI
Pubblicazione: 05/2007
Numero di pagine: 271
Prezzo: € 17,00
EAN: 9788806186821
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Milano (MI)
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13/09/2024 @ 13:38:15
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