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Claire Messud - I figli dell'imperatore
Di Francesca Cingoli (del 24/09/2007 @ 10:43:14, in Libri di narrativa, linkato 9177 volte)
Romanzo di contrasti nella New York dei giorni nostri, che conosce la tracotanza della classe intellettuale, le fatiche quotidiane di chi è arrivato dalla provincia, l’arrivismo e l’eleganza delle feste e dei salotti, e poi il risveglio con la ferita, traumatica e insanabile, dell’11 settembre. Le due torri crollano scoprendo all’improvviso la fragilità di una città, e insieme a questa l’orgoglio e le contraddizioni di uno dei suoi simboli, il giornalista-opinionista liberal Murray Thwaite, l’imperatore, carismatico e autorevole, sul quale fanno perno tutti i rapporti umani, gli scontri personali e ideologici, le inconciliabilità sociali del romanzo. La vecchia classe intellettuale è chiusa, moralista e carica di falsità, incapace di generare altro se non continue riletture dei propri pensieri, riproposti nella cultura fasulla del copy&paste, sempre uguali e sempre diversi. I giovani imprenditori rampanti vivono un delicatissimo equilibrio tra successo, soldi, ristoranti e lusso, e il fallimento, con dolorosi traslochi nei quartieri “sbagliati”, ripensamenti di vita, depressioni. New York è una scacchiera, sulla quale i giochi avvengono solo nelle caselle corrette, nei pochi isolati che contano, fuori dai quali non ha senso esistere. La casa è un bene precario, e i lussuosi appartamenti di Manhattan si perdono in un lampo (squarcio su una scottante attualità….), in un rivolgimento di fortuna inatteso, che fa crollare tutto il castello e la spavalderia. In questo scenario duro anche se abbagliante, Marina è la figlia di Murray, bellissima e mediocre, che cerca di trovare se stessa all’ombra soffocante del padre, e che non ha una sua strada, né una vera idea, o ideologia, o messaggio da comunicare, e finisce per scrivere un libro sui vestiti dei bambini, un affresco del conformismo delle maschere sociali, che porta all’inevitabile e amara conclusione che “i figli dell’imperatore sono nudi”. Ludo, australiano, arrogante e spaventosamente arrivista, si avvicina a Marina, pur odiandone il padre, e sognando di portare la rivoluzione con l’ennesima rivista di cultura e opinione, sfrontata e supponente. Frederick “Ciccio”, il nipote dell’imperatore, arriva a New York dalla provincia, abbandonando tutto, e affrontando la sfida con l’ansia dell’autodidatta e il sogno di scardinare il sistema, lasciando tutti stupiti. La sua figura è inquietante e nello stesso tempo patetica, un misto di rabbia e candore in cui si sente tutto il dolore di un mondo che combatte per farcela, e affoga nel mare del conformismo. Ma è Danielle a rivestire il compito più complesso, intimo e doloroso di raccontare una vicenda di rapporti umani tortuosa e moderna, e le contraddizioni di una città affascinante e impenetrabile. E’ lei, intelligente, indipendente, ma al tempo stesso insicura e fragile, il personaggio più riuscito in una galleria di caratteri, forti ed efficaci, di questa cruda commedia newyorkese, tutti simboli inquieti della società mediatica contemporanea.

MESSUD CLAIRE
FIGLI DELL'IMPERATORE (I)
Editore: MONDADORI
Pubblicazione: 05/2007
Numero di pagine: 493
Prezzo: € 18,50
EAN: 9788804563075