Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Dopo lo straordinario successo de La Casta, caso editoriale del 2007, ritorna il giornalismo d'inchiesta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo con il nuovo libro La Deriva. Quali sono i motivi per cui l'Italia, nonostante le sue eccellenze, sembra inevitabilmente indietreggiare in un inarrestabile declino, perdendo posizioni in tutti i settori economici e sociali più importanti? La Deriva prova a fornire delle risposte, partendo proprio da quella classe dirigente inevitabilmente arroccata a difesa dei propri privilegi, già tema principe del citato La Casta. Il metodo d'analisi prescelto dai due autori è principalmente quello comparativo, che analizza differenze e arretratezze del nostro Paese rispetto alla "concorrenza" estera. Le conclusioni sono a tratti disarmanti, ponendo in luce i blocchi strutturali che determinano un'assenza effettiva di progresso, di moto in divenire. Grazie al lavoro di Stella e Rizzo sembra essere tornato di gran moda il giornalismo d'inchiesta, che scava a fondo nelle problematiche sociali ed economiche, cercando di fornire risposte non scontate ai problemi del Paese. La Deriva è ancora una volta tutto questo, un viaggio in un paese che rischia, come suggerisce il titolo, il naufragio... STELLA GIAN ANTONIO; RIZZO SERGIO
LA DERIVA
PERCHE' L'ITALIA RISCHIA IL NAUFRAGIO
Editore: RIZZOLI
Pubblicazione: 05/2008
Numero di pagine: 310
Prezzo: € 19,50
Prezzo NicePrice: € 15,99
EAN: 9788817025621
Uno dei personaggi più caratteristici nati dalla fantasia dei fratelli Coen è Jeffrey Lebowski, protagonista del film Il Grande Lebowski(1998). Lebowski, il cui soprannome è Drugo, rappresenta l’archetipo dell’hippie sopravvissuto agli anni ’70; svogliato, trasandato, si trascina per tutto il film in mutandoni, vestaglia e sandali, sorseggiando white russian e giocando a bowling. Jeff Bridges (l’attore che interpreta Lebowski), non incarna alla perfezione solo il suo personaggio, ma un vero e proprio stile di vita, una filosofia, che ha portato oggi alla pubblicazione di un libro La vita secondo il Grande Lebowski. Questa pubblicazione,curata da quattro Drugo-fanatici, non solo espone i punti principali da seguire per fare del modello di vita “alla Lebowski” una vera e propria teoria filosofica e pratica antistress, ma presenta anche interviste e retroscena riportati dai protagonisti, che danno ancora di più l’idea del perché questa pellicola sia diventata un cult.
La filosofia di vita trasmessa nel film, ed esposta in questo libro, non sarebbe completa senza le figure che accompagnano il personaggio di Drugo, come il pederasta ispanico Jesus Quintana (nel film John Turturro), che si sente un dio del bowling, il reduce dal Vietnam Walter Sobchak (John Goodman), convinto che con la forza e la pistola si possa risolvere ogni problema, e il timido e paranoico Donny (Steve Buscemi).
Questi profili umani, calati in un mondo di intrighi e cinismo, produzioni pornografiche e bande di nichilisti, oltre alle immancabili partite di bowling, sono gli ingredienti con cui i fratelli Coen hanno creato un mondo esilarante , pieno di scene e battute rimaste nella storia del cinema e degne di diventare vere e proprie pillole di saggezza e filosofia quotidiana.
GREEN BILL; PESKOE PEN; RUSSEL WILL; SHUFFITT SCOTT
VITA SECONDO IL GRANDE LEBOWSKI (LA)
Editore: SPERLING & KUPFER
Pubblicazione: 09/2007
Numero di pagine: 256
Prezzo: € 14,00
EAN: 9788820042950
Con le vignette di Roberto Grassilli, noto illustratore e colonna portante nella redazione del settimanale satirico Cuore, Tutti al mare - Vent'anni dopo di Luca Bottura (giornalista del Corriere dellla Sera e "altro direttore" del settimanale Cuore) è un godibile volumetto dall'aria scanzonata, che rivela tuttavia una notevole forza intellettuale e di penetrazione all'interno dei costumi dell'Italia di oggi. L'idea portante del libro è quella di riprodurre, vent'anni dopo, un noto reportage di Michele Serra dalle strade dell'Italia vacanziera: il primo maggio 1985, il noto scrittore e giornalista partiva per un viaggio da Ventimiglia a Trieste a bordo di una Panda; giorno dopo giorno pubblicava sull' Unità il suo racconto di viaggio, lasciando emergere il ritratto mirabile di un Paese in preda all'ansia da divertimento. La divertente introduzione di Michele Serra al volume rivela lo scopo del nuovo viaggio, identico rispetto al vecchio, compiuto da Luca Bottura: "capire, in vent'anni, quanto è cambiato, e come è cambiato, questo paese". Il caos, la confusione, sembrano gli elementi dominanti di entrambe le esperienze. E in fondo, a leggere questo saggio, sembra che dagli anni ottanta non sia poi cambiato molto in Italia...
BOTTURA LUCA
TUTTI AL MARE. VENT'ANNI DOPO
Editore: AIRPLANE
Pubblicazione: 07/2007
Numero di pagine: 113
Prezzo: € 14,00
EAN: 9788883724121
Lo scrittore statunitense Gore Vidal è certamente celebre per i suoi romanzi, le sue opere teatrali e i suoi saggi; ma è altrettanto noto, nel suo paese, per le sue posizioni politiche eterodosse e radicali. Pubblicato da Datanews, E domani è ancora guerra è un piccolo saggio che raccoglie una serie di interviste a Gore Vidal nel periodo che va dal 2001 al 2006. Si fa un gran parlare, in questi anni, di progressivo "declino" dell'impero americano, minato dalle sue contraddizioni interne, da una logica di guerra che sembra avere condotto l'amministrazione Bush in un vicolo cieco, dalla forza "esplosiva" delle nazioni emergenti, in primis naturalmente Cina ed India. Ci si domanda inquieti quali cataclismi possa generare questo passaggio di consegne tra la vecchia e le nuove potenze globali, se sia possibile che gli Stati Uniti possano cedere davvero la propria egemonia, innanzitutto economica, senza controbattere. A riguardo Gore Vidal fornisce delle risposte, in verità non troppo rassicuranti, in particolare per il suo Paese. Colui che è stato definito "la coscienza critica dell'impero", critica aspramente il popolo americano e l'amministrazione Bush, colpevoli entrambi, a loro modo, di aver visto nella guerra l'unica risposta alla crisi. Vidal, che si definisce un "riformatore radicale", considera la democrazia americana come "fittizia", visto che i due principali partiti, quello Democratico e quello Repubblicano, sono semplicemente espressione, con piccole sfumature, dello stesso potere, quello della proprietà e del capitale. La critica dello scrittore si estende agli ultimi cinquant'anni di politica americana e in particolare si focalizza su quella esercitata negli ultimi anni nel medio Oriente. Vidal vede negli attentati dell' 11 settembre lo strumento utilizzato da una "camarilla di petrolieri" (l'amministrazione Bush) per dare il via libera all'invasione dell'Afghanistan (i cui piani, sottolinea, erano già pronti prima degli attentati): lo scopo era quello di ottenere il controllo delle riserve petrolifere dell'Asia Centrale. Intellettuale controcorrente, Vidal non si fa scrupolo di esprimere opinioni impopolari, e con una critica corrosiva sembra smontare "pezzo a pezzo" i capisaldi della "dottrina Bush"...
"I kamikaze. Abbiamo sempre pensato di essere piuttosto al sicuro , abbiamo più bombardieri e più missili di chiunque altro, ma a un certo punto ci siamo resi conto che potrebbero eliminare tutte le città dalla faccia della Terra se facciamo qualcosa per farli infuriare. Ogni mossa di quei pazzi a Washington produce l'antagonismo sempre di nuove persone".
VIDAL GORE
E DOMANI ANCORA GUERRA. LA CRISI DELL'IMPERO USA
Editore: DATANEWS
Pubblicazione: 07/2007
Numero di pagine: 131
Prezzo: € 14,00
EAN: 9788879813266
Questo libro andrebbe letto per una ragione molto semplice: è praticamente l’unica biografia di Saloth Sar tradotta in Italiano, è l’unico testo che narra uno dei capitoli più bui della storia del Novecento.
Pol Pot viene oggi considerato uno dei peggiori assassini che il secolo scorso abbia partorito, ci si chiede quindi perché nel nostro Paese sia scritto – o semplicemente tradotto – così poco al riguardo In Italia non esiste nessuna traduzione delle opere di David P. Chandler dedicate alla Cambogia e ai khmer rossi; Urla del Silenzio è disponibile unicamente nella versione cinematografica – ciò significa che il libro The Killing Fields da cui è tratto il film può essere letto solo in lingua originale e trovato su internet.
Queste le motivazioni per cui la biografia Pol Pot scritta da Philip Short e pubblicata da Rizzoli nel 2005 merita di essere comprata, letta e conservata nella propria libreria. Le 663 pagine scritte da Short iniziano con la descrizione dell’infanzia di Saloth Sar: nato il 19 maggio 1925 a Prek Sbauv da famiglia benestante frequenta una scuola cattolica e, grazie ad una borsa di studio, si trasferisce nel 1949 a Parigi dove entra in contatto con gli ideali marxisti. La formazione politico-culturale di Saloth Sar è strettamente connessa alla situazione politica della Cambogia e dell’Indocina in senso più ampio. L’occupazione francese, il ruolo di stato cuscinetto, la rivalità endemica con il Vietnam, i contatti con la Cina, il silenzio-assenso degli Stati uniti d’America, l’ambiguità di Norodom Sihanouk, sovrano fantoccio. E’ così che si arriva alla fatidica data del 17 Aprile 1975, i khmer rossi entrano a Phnom Penh e la popolazione inneggia ed esulta. Peccato che la tragedia inizia nell’immediato: tutti gli abitanti della capitale vengono letteralmente deportati nelle campagne - la città è simbolo di corruzione mentre la campagna rappresenta la patria presso cui educare la “nuova popolazione” – anche i malati e gli infermi ricoverati presso il principale ospedale della città vengono costretti ad un esilio forzato. E’ l’inizio della fine. Dal 17 aprile 1975 al 9 gennaio 1979, anno in cui la Kampuchea Democratica voluta ed instaurata da Pol Pot cade ad opera dei vietnamiti – muoiono circa 1.500.000 cambogiani (secondo altre fonti i morti potrebbero essere addirittura 3.000.000). Una cifra non indifferente se si considera che la popolazione Cambogiana contava all’epoca circa 7.000.000 di abitanti. Tre anni di barbarie, in cui i figli venivano tolti ai genitori per ricevere un’educazione che rimandasse unicamente al partito – l’ Angkar una sorta di Grande Fratello che tutto sapeva e cui tutto era dovuto. Campi di lavoro, fame, mine, legami familiari dissoluti, nella perversa logica di creare un uomo nuovo. Il risultato una caduta negli inferi che, ad oggi, non ha trovato giustizia. Basti dire che Pol Pot è morto il 15 Aprile 1998 per un infarto, viveva nella foresta e non è mai stato perseguito. Nessuna imputazione per genocidio, nessun “tribunale di Norimberga”, ad oggi la Cambogia non è meritevole di alcun risarcimento morale.
SHORT PHILIP
POL POT
ANATOMIA DI UNO STERMINIO
Editore: RIZZOLI
Pubblicazione: 04/2005
Numero di pagine: 663
Prezzo: € 25,00
EAN: 9788817006590
La buia capitale del Nord, la spettrale Milano, l'ex capitale morale, sta forse morendo? Terminata la spinta vitale, l'inesauribilte attivismo generato anche da decenni di immigrazione meridionale, si sta lentamente spegnendo, configurandosi come una metropoli in decadenza, in un passaggio profetizzato a suo tempo da Indro Montanelli? Sono questi alcuni degli interrogativi cui cerca di rispondere un bel saggio pubblicato da Bur e intitolato Milano da morire. A Milano bisogna viverci per amarla e viverci per detestarla. Gli autori sono due milanesi "per scelta", nel senso che non ci sono nati, ma hanno deciso di abitarvi. Si tratta di Luigi Offeddu, inviato speciale del Corriere della Sera, e Ferruccio Sansa, inviato del Secolo XIX. A partire dalla propria esperienza di meneghini adottivi, i due giornalisti provano a raccontare la storia di una discesa, di una caduta: nella città che ha accolto milioni di immigrati meridionali a partire dall'immediato dopoguerra ora cortei guidati dal primo cittadino inalberano luttuosi striscioni con la scritta Zingari, foeura di bal!. Il caos urbanistico sembra impadronirsi di una metropoli che era stata modello di pianificazione. Non solo: Milano si spopola, in una continua fuga verso l'hinterland. Aumentano i casi di depressione e l'inquinamento raggiunge soglie superiori a quelli di tutte le altri grandi città europee.
Ma i due autori, accanto ai problemi, non mancano di mettere in luce qualche nota positiva, qualche barlume di speranza: Milano, capitale del volontariato; Milano, che cerca di trovare nuove strade per il suo sviluppo. Resta sullo sfondo l'interrogativo di quale delle due città, la buona e la cattiva, avrà la meglio, e quale sarà il destino di una città che "soffre ma non muore".
OFFEDDU LUIGI; SANSA FERRUCCIO
MILANO DA MORIRE
Editore: RIZZOLI
Pubblicazione: 05/2007
Numero di pagine: 556
Prezzo: € 12,50
EAN: 9788817016346
Un corteo ondeggiante di Trabant, le sgangherate utilitarie prodotte nella vecchia Germania Orientale, avanza multicolore e sghembo per le vie di Zwickau, simile a un serpentone sbronzo: alcune vetture hanno le portiere variopinte, altre sono completamente coperte di fango, molte sventolano allegre e svolazzanti bandierine della DDR. Quale miglior simbolo per rappresentare il sopravvivere dell' Ostalgie, il neologismo tedesco che si riferisce alla nostalgia per la vita nella vecchia Germania Est, del quattordicesimo raduno delle Trabant, tenutosi recenetemente nella località che ospitava la fabbrica di queste curiose autovetture? L' Ostalgie appare come una condizione sociale e insieme personale, un romantico rimembrare un'esistenza più semplice e meno libera, ma che nel contempo sembra conservare, a quasi vent'anni dalla caduta del muro di Berlino, un misterioso fascino.
La maggior parte dei testi letterari e delle manifestazioni cinematografiche che abbiano anche lontanamente a che fare con il passato tedesco-orientale continuano a destare sensazione e ad avere successo, dentro e fuori, per la verità, i confini dello stato tedesco. Non fa eccezione il bel libro di Anna Funder, intitolato C'era una volta in DDR, stampato per la prima volta nel 2002, pubblicato in Italia da Feltrinelli e ristampato parecchie volte nei paesi anglosassoni. La Funder, scrittrice di origine australiana, ha una profonda conoscenza della Germania e della sua realtà: il suo interesse per la società tedesca dopo l'unificazione, la porta sulla strada di una ricostruzione particolare del mondo DDR. A partire da un collage di storie, si cerca di dare una lettura "dal di dentro" di ciò che ha significato un regime durato quarant'anni. Al centro della sua ipotesi di ricostruzione di un passato talvolta sottaciuto, c'è il ruolo della Stasi, la polizia politica della Germania Orientale, che fonti ufficiose dicono capace di tenere sotto controllo una persona ogni sei abitanti. Sono le storie di due "donne contro", Miriam e Julia, a fornire l'angolo visuale ricercato per fornire uno spaccato della società tedesco-orientale. Gli episodi si susseguono, disegnando una realtà brutale, straniante: il tentativo di fuga di Miriam all'ovest, a 16 anni; la cattura e la prima prigionia; la storia d'amore con il marito Charlie e la sua morte in una cella della Stasi. E ancora: l'amore di Julia per un italiano, che le mette alle costole la polizia politica; l'impossibilità di studiare o trovare un buon lavoro; la paura e la violenza subita da parte di un criminale seriale. Nostalgia per la vita all' Est o orrore per i crimini della Stasi e del Regime: curiosa dicotomia che è andata insinuandosi nell'intimo del popolo tedesco, a ridisegnare e in un certo senso ad arricchire una complessa stratificazione culturale etnica, in massima parte indecifrabile per l'osservatore straniero.
Si dice che i libri non capitino mai fra le mani per caso, ma che il libro vi arrivi sempre come frutto di una scelta ponderata. I NUOVI POVERI: STORIE DI ORDINARIA EMARGINAZIONE NELL’ITALIA DI OGGI è un libro che sa farsi leggere. Ma perché leggerlo? I poveri sono sempre stati al centro di tanti lavori, analizzati dalle più svariate prospettive: storiche, antropologiche, psicologiche, sociali, ecc., eppure questo libro qualcosa di nuovo ci regala. Sfogliando le sue pagine ci si rende subito conto che quelli trattati non sono i poveri a cui noi per abitudine associamo l’idea di povertà, ma una nuova tipologia di povertà che si veste di nuovi individui. I nuovi poveri sono allora Luisa, Maria, Gabriella, Sabina, Gioacchino, Lucia, Mario, Anna, Giacomo….., persone vicine a noi, individui che incontriamo tutti i giorni, non perché fermi al bordo di una strada a chiedere l’elemosina, ma perché spesso sono i nostri vicini di casa, o coloro che incontriamo mentre facciamo la spesa. Per la nostra conformazione mentale, i poveri sono rappresentati dalle persone prive di tutto, che vivono per la strada e non possiedono nulla a parte le poche cose che portano con sé. Questi invece sono nuovi poveri. Poveri perché, pur non essendo privi di tutto, ad esempio possiedono una casa, non riescono comunque a soddisfare i bisogni primari, (una volta si diceva non riescono ad arrivare alla fine del mese). Già, perché questa nuova povertà può colpire chiunque in un qualsiasi momento e così abbiamo il dirigente che si ritrova a cinquanta anni senza lavoro, perché improvvisamente l’azienda dichiara fallimento e pur avendo nuove idee per reinventarsi un lavoro, non riesce ad ottenere i 20.000 €, perché per la banca non fornisce sufficienti garanzie. E così pagina dopo pagina si procede lungo una strada costellata di riflessioni e man mano che ci si avvicina alla fine del libro si raggiunge la certezza di aver imparato ed aver acquisito un qualcosa che rende noi “ricchi”, consapevoli di essere “poveri”. Ecco così la storia di Luisa, donna e madre, che si definisce “una che ha lavorato tutta la vita”, una madre che ha cresciuto i suoi due figli da sola, dopo che il marito se ne è andato dopo cinque anni di matrimonio. Una donna che vive nelle case di un istituto previdenziale di Ostia e che ci dice di aver preso cognizione di essere diventata povera quando, dopo una vita di sacrifici e di duro lavoro, si è accorta che non poteva più permettersi i 35 € del canone telefonico. “ Io mi dico è giusto? E’ una domanda che non mi sono mai fatta prima. Non ho mai avuto pretese, solo tenevo alla mia dignità e alla pulizia della mia casa. Due stanzette, una per me e una per i ragazzi. Sono cresciuti così, ma onestamente e non si devono vergognare. Forse troveranno qualcosa di meglio. Ma non devono avere vergogna e non ce l’hanno. A me piace pensare che è perché la loro madre ha saputo mantenerli senza rubare o fare la puttana.” Libro:
Autori: GIOJELLI GIANCARLO, BELTOTTO GIAMPIERO Titolo: NUOVI POVERI Sottotitolo: STORIE DI ORDINARIA EMARGINAZIONE NELL'ITALIA DI OGGI Editore: PIEMME Prezzo: € 12,90
Oggi mercoledì 28 febbraio, ore 17,30 presso la Libreria Internazionale Hoepli presentazione del volume: MANUALE DI AUTODIFESA AMBIENTALE DEL CITTADINOdi Luca Ramacci Con la partecipazione di Damiano Di Simine, Presidente Legambiente Lombardia Luca Ramacci, Sostituto Procuratore presso la Procura di Tivoli Yuri Bogogna, Radio Popolare FRANCO ANGELI AMBIENTE Questo non è un testo di diritto e nemmeno una rassegna di leggi o di teorie. È invece uno strumento, un piccolo ausilio per il semplice cittadino che intende difendere il proprio diritto a vivere in un ambiente salubre. Attraverso un'esposizione semplice e diretta, l'autore spiega come si possa agire di fronte a situazioni di pericolo per l'ambiente, come si possa essere utili a chi deve effettuare i controlli e come sollecitarne l'intervento attraverso esposti, denunce, semplici segnalazioni, azioni in sede giudiziaria civile e amministrativa. Diversi gli ambiti affrontati: dall'urbanistica alla difesa del paesaggio e delle aree protette; dalla tutela delle acque alla gestione dei rifiuti e allo smaltimento di sostanze pericolose; dall'inquinamento atmosferico all'elettrosmog; dalla valutazione di impatto ambientale (v.i.a.) ai rischi da incidente rilevante; dall'inquinamento da rumore alla caccia e tutela degli animali. Un'attenzione particolare viene inoltre dedicata a quelle attività "collaterali" che consentono al cittadino di informarsi e di informare, aggiungendo così efficacia alla propria azione di attenta autodifesa ambientale: l'esercizio del diritto di accesso alle informazioni sulla normativa relativa all'ambiente; la redazione di comunicati stampa; l'utilizzazione di Internet; l'organizzazione di manifestazioni intese a sensibilizzare l'opinione pubblica.
"Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perchè ridiventasse se stesso in un tempo nuovo."Nel suo nuovo libro, I barbari. Saggio sulla mutazione, pubblicato a puntate sul quotidiano la Repubblica tra maggio e ottobre 2006, Alessandro Baricco riflette su un fenomeno che ha osservato nel mondo intorno a lui, percepito dai più come un'apocalisse imminente e annunciato da una voce che suona come un grido d'allarme: stanno arrivando i barbari. Puntata dopo puntata, Baricco va a visitare i villaggi che già mostrano i segni del saccheggio e li racconta in pagine che hanno sempre la forza viva della narrazione e qualche volta la malinconia della memoria personale (sono le sue fotografie in bianco e nero). Vino, calcio, libri: dai luoghi esplorati emerge che non si tratta di una semplice invasione ma di una vera e propria mutazione e "quelli che chiamiamo barbari sono una specie nuova, che ha le branchie dietro alle orecchie e ha deciso di vivere sottacqua". Un'incursione nel palazzo imperiale di Google rivela un universo con milioni di links le cui traiettorie corrono in superficie e tracciano i sentieri-guida del sapere. Ne segue una nuova idea di esperienza e, con l'esperienza, di senso e percezione. In questo scenario c'è posto per l'anima? Una parentesi su musica classica, Nona di Beethoven e due famosi dipinti di Ingres apre scorci inattesi sul paesaggio dei barbari. Il viaggio si conclude sulla Grande Muraglia cinese: da quelle torri lo sguardo è distaccato ma ancora più netto: "Ogni volta che qualcuno si erge a denunciare la miseria di ogni singola trasformazione, esentandosi dal dovere di comprenderla, la muraglia si alza, e la nostra cecità si moltiplica nell'idolatria di un confine che non esiste, ma che noi ci vantiamo di difendere. Non c'è confine, credetemi, non c'è civiltà da una parte e barbari dall'altra; c'è solo l'orlo della mutazione che avanza e corre dentro di noi. [...] Ognuno di noi sta dove stanno tutti, nell'unico luogo che c'è, dentro la corrente della mutazione, dove ciò che ci è noto lo chiamiamo civiltà, e quel che ancora non ha nome, barbarie. A differenza di altri, penso che sia un luogo magnifico". Ho inziato da pochissimo a leggerlo, come spesso accade Baricco mi incanta e mi fa riflettere. Credo che stasera "costringerò" mio marito a legggere i due capitoli sul calcio! Libro:
Autore: BARICCO ALESSANDRO Titolo: I BARBARI Sottotitolo: Saggio sulla mutazione Editore: FANDANGO Prezzo: € 12,00
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