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Il mondo è fatto per finire in un bel libro.

Stéphan Mallarmé
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Di Francesca Cingoli (del 28/02/2008 @ 17:21:54, in Libri di narrativa, linkato 3766 volte)
In Un pacifico matrimonio ci sono regni così diversi da essere separati e contrapposti per politica, cultura, tradizioni, valori, persino per la respirabilità dell’aria. Nessuno si affaccia alle frontiere dell’altro, in una lontananza nutrita di diffidenza e disprezzo. La Zona Tre è retta dalla mite e saggia Al-Ith che governa una comunità pastorale, prospera, basata sulla sensualità, sul libero amore, sulla capacità di dialogare con gli animali: una società pacifica, senza gerarchie. A capo della Zona Quattro c’è il guerriero Ben Ata: il suo popolo è povero, le donne soggette alla brutalità degli uomini, soldati e selvaggi, sempre pronti alla guerra. Ci sono entità supreme, Tutori che nessuno ha mai visto, ma che reggono le sorti dei regni attraverso i loro messaggi. Quando, per motivi sconosciuti, l’equilibrio all’interno dei due regni si incrina, le persone e gli animali diventano infelici e smettono di procreare; per porre rimedio, e riportare ordine, i Tutori ordinano il matrimonio tra Al-Ith e Ben Ata. Il loro è un incontro-scontro tra estremi, femminilità e mascolinità, sessualità e brutalità: un’unione tra opposti, tra diversi, che lentamente e faticosamente imparano a conoscersi e ad accettarsi, anche acquisendo le debolezze e le fragilità dell’altro. Doris Lessing ci racconta con il suo stile visionario e metaforico come la costruzione dell’equilibrio passa attraverso il caos e il conflitto, perché solo una realtà multiforme e complessa, che conosce la forza del confronto e l’energia dello scontro, può davvero porre le basi per crescere ed evolversi. La conoscenza e l’accettazione dell’altro da sé è un processo lungo, lento, doloroso, molto spesso straniante, che comporta anche la perdita della propria identità: Al-Ith e Ben Ata conosceranno a proprie spese la difficoltà nel comunicare con il nuovo gruppo e allo stesso tempo il dolore di sentirsi non più riconosciuti dalla loro stessa gente, che non ne capisce i cambiamenti. L’evoluzione, del singolo come della comunità, nasce nel rinnovamento continuo tramite la conoscenza, che conduce alla piena libertà: alla fine la società del futuro, che vedrà la pace tra le Zone, sarà un tutto fatto di singoli affrancati dai conformismi pubblici e indipendenti, capaci di accettare e accettarsi, di cambiare e confrontarsi, muovendosi liberamente attraverso i misteri dell’altro. Un pacifico matrimonio è un romanzo che abbatte le barriere del genere fantasy per incontrare la mitologia e la filosofia e parlare universalmente dell’uomo e del suo vivere sociale: una scelta coraggiosa che, attraverso la voce narrante di un leggendario bardo, Doris Lessing riesce a liberare da qualsiasi tono di moralismo per condurci in un viaggio straordinario e immaginifico.

LESSING DORIS
UN PACIFICO MATRIMONIO A CANOPUS
Editore: FANUCCI
Pubblicazione: 07/2007
Numero di pagine: 336
Prezzo: € 17.00
EAN: 9788834713372

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Di Paola Giovanettoni (del 19/02/2008 @ 17:41:53, in Libri di narrativa, linkato 4819 volte)
Uomo, 30 anni, convinzioni apparentemente immutabili quali: sono il migliore del mondo, sto sempre bene, non devo parlare con nessuno dei miei problemi, problemi in effetti non ne ho, sono sempre sulla cresta dell’onda la mia Vita è fantastica. Peccato che la Vita, all’alba dei trenta, travolga quest’uomo et voilà le sue convinzioni improvvisamente si capovolgono: sto male da cani, devo parlare con chiunque mi capiti a tiro, non mi importa se la “vittima” delle mie confessioni mi ascolti o meno, l’importante è Parlare, peggio di cosi’ non potrei stare, la mia Vita è un incubo.
E’ cosi’ che inizia il romanzo J’étais derrière toi di Nicolas Fargues: un’autoconfessione agro-dolce che vede, quale protagonista, un giovane uomo di 30 anni appunto, da molti anni sposato e con due figli. Tutto precipita per una “serie” di tradimenti: lui tradisce lei, lei decide di vendicarsi facendo altrettanto, lui non regge il colpo e cade in uno stato di prostrazione assolutamente non previsto. Per cercare di risollevarsi, dunque, un po’ di sana psicoanalisi – e di qui la scoperta che solo la parola, ovvero la capacità e la volontà di liberarsi attraverso la confessione orale, risulta efficace – e un viaggio in Italia a trovare il padre che, da anni separato, si è trasferito in Toscana. E qui la svolta: a cena, il giovane francese, riceve un bigliettino misterioso da parte di una donna che gli chiede di chiamarlo, se ne ha voglia... Lui non l’ha neanche vista, ma decide di provare questa nuova avventura. Arriva l’indomani, i due si incontrano, lei è giovane, piena di vita, e assolutamente italiana. I due si piacciono ma ci sono troppe complicazioni, una notte fugace, un incontro il giorno successivo e poi entrambi tornano alla vita di sempre. Lui riparte per tornare in famiglia, lei si dedica all’università e al fidanzato. Questo, tuttavia, è solo il principio di una serie di vicende e accadimenti che la dicono lunga sull’Amore e sul modo che le persone hanno di Amare. Attraverso questo libro, infatti, si scopre che per alcuni l’Amore è mera volontà di possesso; ricerca di risarcimento; volontà di espiazione... Mentre, in realtà, l’amore dovrebbe essere tale e quale lo ha sintetizzato Nietzsche: Che cos'è l'amore se non capire e gioire del fatto che un altro vive, agisce e sente in modo diverso e opposto al nostro? Un romanzo da leggere con piacere, dunque, che gratifica anche il nostro essere italiani. Il protagonista - francese come l’autore - non smette un attimo di tessere le lodi del Bel Paese mettendo in ridicolo quella presunta superiorità che vorrebbe vini, cibo, paesaggi, stili di vita e di comportamento italiani immancabilmente secondi rispetto a quelli francesi. Anche questo, in effetti, è uno dei motivi per cui il libro va letto a tutti i costi.
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Di Francesca Cingoli (del 06/02/2008 @ 17:37:16, in Libri di narrativa, linkato 10610 volte)
Romanzo sull’Italia e sui Palazzi della Politica, sul fascino e il potere seducente della comunicazione, Macno è un libro reso sorprendente dalla sua capacità di anticipare gli eventi. Scritto da Andrea de Carlo nei primi anni Ottanta, Macno delinea a tinte fosche il ritratto di un’Italietta sempre uguale a se stessa: socialmente lenta, appesantita da pregiudizi di classe, oppressa dalle logiche del favoritismo e della burocrazia, tenuta in vita dai giochetti di corridoio e dalle trame di un potere miope ed egoista. Un’Italietta che ha creato tutte le condizioni per la fine della repubblica, e la facile e acclamata ascesa del dittatore Macno. Macno è un personaggio carismatico e affascinante, grande comunicatore, con un passato di uomo di spettacolo che ha saputo prevedere la forza persuasiva dei media e se ne è appropriato. Con questo mezzo, nuovo e spregiudicato in politica, Macno si è guadagnato un potere illimitato, e uno status intoccabile. Primi anni Ottanta, dicevamo, prima cioè che l’Italia conoscesse la svolta mediatica nel modo di far politica, Andrea De Carlo racconta la corte di Macno, le riunioni con collaboratori e consulenti di immagine davanti alla moviola, per cogliere l’efficacia di un gesto, di uno slogan e di una parola, ma anche i salotti di parassiti e di lusingatori, capaci solo di applaudire ad ogni momento di esposizione e propaganda del dittatore. Alla corte un giorno arriva Lisa, una giornalista tedesca, che cerca di ottenere un’intervista, e rimane intrappolata nella rete di fascino e seduzione che si respira nel palazzo del regime, in mezzo ad artisti, scrittori, filosofi e politici, in un’atmosfera elegante e rarefatta, ma non priva di tensione. E’ soprattutto il carisma di Macno a catturare Lisa: ex cantante, affascinante oratore e grande seduttore, donnaiolo e salottiero, il dittatore si rivela con Lisa un uomo dalla personalità contraddittoria, minato da una grande fragilità. Sarà la sua insicurezza, venata di idealismo, ad affiorare lentamente, rivelandosi chiara davanti alle telecamere, e segnando l’inizio del dissenso che porterà Macno alla rovina. Una storia, attualissima, sul potere della televisione, mezzo privilegiato di lusinga e persuasione, e sugli strumenti di comunicazione di massa, meccanismo imponente di dialogo e di coercizione. Macno è un romanzo che è impossibile classificare in un genere: diretto, teso e vibrante, graffia senza retorica e senza giudizi.

DE CARLO ANDREA
MACNO
Editore: BOMPIANI
Pubblicazione: 11/2005
Numero di pagine: 238
Prezzo: € 8,00
Prezzo NicePrice: € 5,60
EAN: 9788845234439
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