Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Mostra Fotografica ARTE IN BIANCONERODal 19 marzo al 14 aprile 2007 Inaugurazione lunedi 19 marzo ore 17.30Come ogni vero fotografo amante del bianconero, Fausto Donnini ama il paesaggio. E’ un esito inevitabile per chiunque abbia visto anche solo una volta nella vita di che cosa sono stati capaci Ansel Adams ed Edward Weston che sapevano catturare la luce per trasferirla in immagini di una bellezza spettacolare. Ma, come ogni vero fotografo amante del bianconero, Fausto Donnini non ha mai tentato di imitare i grandi del passato, semmai li ha studiati, li ha analizzati e poi ha scelto la sua strada dove il paesaggio occupa sì un ruolo importante – e non potrebbe essere altrimenti per un toscano davanti ai cui occhi si stendono visioni di così grande fascino – ma non esclusivo. Lo dimostra questa mostra caratterizzata da un ritmo che alterna l’attenzione ai particolari allo sguardo d’assieme, segue l’andamento delle strade cittadine magari accompagnando il passo di una figura che sembra incastonata sotto gli archi di Santa Maria Novella, si allarga nelle piazze contornate dalle sagome scure degli alberi ma poi scende lentamente verso le valli e le colline dove si alternano i campi coltivati in piacevoli geometrie. Fausto Donnini ama i richiami vagamente surreali che talvolta evocano momenti ironici – il confronto, in una strada, fra i passanti e i manichini della vetrina davanti a cui si trovano – ma più spesso si velano di melanconia come nella bellissima immagine di un deposito dove giacciono abbandonate delle statue che sembrano gioire della lama di luce proveniente dall’esterno. Quando concentra l’attenzione sui particolari, il fotografo toscano evoca la pietra dell’abbeveratoio, il marmo della torre, il legno di una porta, il ferro del trapano di un’officina, il sasso che un anonimo costruttore ha posato con geometrica sapienza. Ma quando torna ai paesaggi, Donnini sa di poter evocare la poesia: la trova nelle sagome di alberi che sembrano far capolino fra una collina e l’altra, la trasferisce nello stupore che ci coglie davanti a una chiesa abbandonata dal tetto scoperchiato, la fa trionfare infine nella fotografia di un lago. Qui tutto è giocato sui temi dell’armonia con il gregge di pecore che sottolinea la curvatura della riva e una nuvola alta nel cielo che non trova di meglio che rispecchiarsi su quelle acque. Roberto Mutti
La vedova scalza è un libro difficile, ruvido: è una lettura complessa, dove l’abbondante uso della lingua sarda (non è un dialetto!) non aiuta il lettore ad abbandonarsi alla storia e a perdersi nella musicalità del racconto. Siamo in Barbagia tra le due guerre: la terra è aspra, dura, la gente passionale e violenta. E’ un’atmosfera arcaica, primitiva quella che si respira fin dalle prime pagine. La natura è forte e selvaggia, non concede tregua, con il suo sole, la polvere, i profumi, forti e invadenti. E’ Mintonia, ormai anziana, a raccontare la sua storia sarda, dalla lontana Argentina, tramite una lettera-diario inviata alla nipote amata. Le pagine del diario sono una sorta di intimo testamento di Mintonia, e raccontano una storia di amore e passione, sfida e violenza, rabbia e vendetta. E’ la storia di Mintonia e Micheddu che si amano, giovanissimi, alla faccia dei pregiudizi e delle malelingue del paese, Taculè: perché Micheddu è un balordo, un fuorilegge, un ladro, un assassino. Mintonia è innamorata, ed è soprattutto una donna forte, di valore, una donna che non accetta di essere relegata in casa, senza poter pensare e vivere. Mintonia ha studiato, è innamorata dei libri, che, uno alla volta, e con grande cerimonia, le vengono donati dallo tziu Imbece, il più bel ritratto di tutto il libro. Alla fine la sua eredità di saggezza sarà proprio la sua biblioteca. La natura orgogliosa e forte di Mintonia le farà affrontare tutto, le maldicenze, le cattiverie, la fuga di Micheddu, che, ricercato, si dà alla macchia, e anche l’umiliazione del tradimento, e la tragedia della morte. Nel paese di Taculè, gli sgarri si pagano, e con gli interessi, e Mintonia consuma la sua vendetta con coraggio e fierezza. La vedova scalza è un romanzo inusuale, che si impone per la crudezza delle sue immagini e i virtuosismi del suo stile: lascia nel cuore la sensazione, mitica e fuori del tempo, della terra sarda, il sapore della salvia e del mirto, e la visione selvaggia del mare. Personalmente, ho amato tanto la lettura de La leggenda di Redenta Tiria, il precedente romanzo di Salvatore Niffoi, con la sua struggente poesia da ballata popolare. Ho faticato di più a leggere La vedova scalza, i cui virtuosismi appesantiscono tanto la narrazione. Ci sono però immagini, forti, dalle tinte fosche, che mi rendo conto mi resteranno impresse a lungo, a ricordo di Mintonia e del paese di Taculè: e questo credo sia il dono più grande della lettura, e di un bel libro. Libro:
Autore: SALVATORE NIFFOI Titolo: LA VEDOVA SCALZA Editore: ADELPHI Pubblicazione: 03/2006 Prezzo: € 15,00
Dal nostro reparto di Grafica un'importante segnalazione su un argomento molto caldo e di sicuro inetresse: la presentazione del proprio portfolio grafico, che se fatto in maniera corretta, come indicato dai due libri 100% design portfolio e Il portfolio grafico. I libri danno le dritte giuste ed innovative per un'immagine professionale di sè e del proprio lavoro. Your portfolio is your first impression; it needs to draw our attention. In this book, you'll find inspiration and global research, which will both open up your mind and surprise and impress your clients. There are more than 300 images split between the following chapters: - Traditional portfolio - Digital portfolio Costruire un portfolio è una tappa obbligata per qualsiasi designer in cerca di collaborazioni, di un impiego presso uno studio o di un posto in un corso di specializzazione; ma non è semplice raccogliere in una presentazione convincente i lavori realizzati durante gli studi o l'esercizio della professione. La rapida evoluzione della tecnologia offre però un'ampia varietà di nuovi mezzi, anche se molti principi sono rimasti invariati e continuano a essere validi per tutti i generi di portfolio. Attraverso interviste a professionisti, docenti di design e neolaureati, Il portfolio grafico offre preziosi spunti per presentare il proprio lavoro in modo tradizionale o innovativo, e si conclude con una galleria di opere di vario genere portfolio virtuali e stampati, realizzati da studenti e designer affermati. Questo volume fornisce le linee guida e l'ispirazione necessarie per ideare e realizzare un portfolio professionale, interessante dal punto di vista grafico.
Venerdì 23 marzo ore 18,00ATTENZIONE LA PRESENTAZIONE E' RIMANDATA A DATA DA DESTINARSI A CAUSA DI GRAVI E IMPROVVISI IMPEGNI DELL'AUTORELa Libreria internazionale Ulrico Hoepli e la Giulio Perrone Editore sono lieti di invitarla alla presentazione del volume di Patrick BessonMarilyn Monroe non e’ mortaInterviene Valeria Palumbo, Giornalista de “L’Europeo”, introduce Paolo Di Paolo Sarà presente l’autore, Giornalista di “Le Figaro” Stati Uniti, 1989. Il famoso scrittore francese, Patrick Besson, si ritrova in uno sperduto bar nella cittadina americana di Bridgeport durante un viaggio di piacere e di lavoro: è infatti in procinto di scrivere il suo nuovo romanzo, Julius e Isaac. All’improvviso, seduta al bancone del bar, lo scrittore incontra lo sguardo di una donna dalla fisionomia inconfondibile: capelli biondi, espressione nota: Marilyn Monroe. Dopo essersi confidato con l’amico e compagno di viaggio Christian Augé, anche lui famoso intellettuale francese, inizia il viaggio mentale - prima che reale - sulle tracce di quella che sembra essere Marilyn Monroe, o la sua copia esatta. Tornato in Francia, Besson inzia ad indagare sulla morte dell’attrice, episodio in parte ancora misterioso della storia di Hollywood. Le indagini del protagonista cercano di ricostruire, con tono ironico ed irriverente, i motivi della scomparsa di una delle più famose icone del cinema americano. Attraverso una serie di episodi rocamboleschi ed imprevedibili, attraverso i quali l’autore dà sfogo alla sua vena più creativa e divertente, Besson trasporta il lettore nel mondo emotivo e mentale di Marilyn, dando sfogo alle fantasie comuni che da sempre l’attrice suscita. Un libro divertente e sarcastico, a volte lievemente nostalgico, che cerca di dare una spiegazione immaginifica e - soprattutto - più romantica e positiva della presunta morte di Marilyn Monroe. Patrick Besson, di padre russo e madre croata, scrive su alcune delle più importanti testate francesi tra cui Le Figaro, L’Humanité, Voici. “Enfant prodige” della letteratura francese, pubblica il primo romanzo all’età di diciassette anni. Nel 1985 riceve ilGrand prix de l’Academie Française per il romanzoDara e, dieci anni dopo, il premio Renaudot per Les Braban, pubblicando in tutto una quarantina di opere presso vari editori francesi.
Vi segnalo questa interessante rivista. NonameMagazine is an editorial project referred to everyone that is able to perceive the different aspectsof an image. Contents are based on work of artists from all over the world, selected through an accurate research, giving a view on what could be considered “contemporary art”. Every three months NNM have been representing art directors, graphic designers, illustrators, photographers, architects, performers, stylists, fashion designers... Every issue has it’s own theme that is expressed in a different way by each artist. Every issue represents a step of our artistic pattern.Started in 2003 as an on-line magazine/virtual gallery, NNM now counts more than 800 collaborations of relevant and talented artist and more than 500.000 viewers. On the 21st of February NNM will introduce its new format: 86 posters on special paper with A3 dimension + Different internal sized pages that work as mini-insertion booklets + Giant poster A0, and some other surprises!!! The first international annual issue will be: NNM REVOLUTION (SET PROPERTIES). featuring works from 47 artists divided in 4 sections: INTERVIEWS Fashion. Haider Ackermann, Antonio Marras, Ann Demeulemeester. Contemporary Artists. Luca Pancrazzi, Li Wei, Fernanda Gomes, Jacque Fresco, Gianni Caravaggio, Amaste’. SONIC INTERVIEWS Ellen Allien, Gui Boratto, Franky B, My Park, Mastafaktor, Miguel Marin. PHOTOGRAPHY Perou, Julia Fullerton-Batten, Dono, Floria Sigismondi, Jason Evans, Luca Desienna, Robert Flynt, David Stewart, Todd Fisher, Henrik Lindall, Annie Collinge, Dennis Schoenberg, Daniel Sannwald, Jillian Edelstein, Marius W. Hansen, Eric Wahlstrom, Marco Armienti, Dave Anderson, Jun Tagami, Corpicrudi. ILLUSTRATION, ART & GRAPHICS Peter Jeroense, Kentaro Kobuke, Masayuki Ogisu, Sara Singh, Cristian Montenegro, Annie Hackett, Berto Martinez, Cees Krijnen, Yomar Augusto, Raimond Teitsma, Loris Cecchini, Przemek Sobocki.
Autore: BASSI ALBERTO Titolo: DESIGN ANONIMO ITALIANO OGGETTI COMUNI E PROGETTO INCOGNITO Editore: ELECTA MONDADORI Prezzo: € 40,00 Il design anonimo è un tema poco trattato nella letteratura storica e critica, soprattutto in Italia. In un momento in cui viene data grande rilevanza alla “firma” del designer o del brand, più in generale in una fase di trasformazione delle merci estetiche contemporanee, meritano di essere sostenute e proposte ad exempla le “normali” virtù del design anonimo. Lo fa Alberto Bassi, docente di Storia del design all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), in questo libri, concentrandosi sui prodotti italiani che, per le loro qualità, segnano la storia delle imprese del nostro paese e sono in produzione da anni. Si tratta di oggetti capaci di restituire la storia da cui provengono e il contesto in cui si collocano: cultura del progettista e dell’impresa dunque e momento tecnologico o sociale. La maggioranza degli oggetti che quotidianamente utilizziamo sono “anonimi” dal punto di vista del design, sono cioè no-name e no-brand. Il loro punto di forza non è né l’ideatore, né il produttore, quanto l’idea che questi oggetti rivelano; il fatto di costituire la soluzione a un problema e offrire piacevolezza fisica o formale. Tali prodotti anonimi (e consideriamo solo quelli rilevanti per qualità e progetto) sono scelti per le loro esplicite proprietà: sono frutto di una necessità, di un “dover essere” e dotati di una propria eccellenza formale, che ne ha fatto dei riferimenti imprescindibili nella storia degli artefatti. Inoltre, a ben guardare, continuano ad essere fra gli oggetti di uso più ricorrente - dai prodotti “usa e getta” alla moka, dai mobile phone ai computer ai Post-it… - L’”inventario” del design anonimo italiano identifica oltre settanta oggetti, dall’età preindustriale ai nostri giorni (la moka Bialetti, l’ Ape Piaggio, le sedie di Chiavari, il borsalino, la tuta, il tram di Milano, la tripolina, la pentola a pressione, il gelato, la coppa del nonno e il Campari Soda…), che configurano la prima sistematica ricognizione di questi prodotti nel nostro paese.
Martedì 27 marzo, ore 18,00 LA NUOVA COMUNICAZIONE DI MARKETINGMarzio Bonferroni TECNICHE NUOVE MARKETING Philip Kotler, da sempre riconosciuto come il “padre”del marketing, scrive con chiarezza: “i giorni della pubblicità di massa, con i suoi sprechi e la sua invadenza, sono ormai finiti. Molti cambiano canale al momento della pubblicità. Il suo limite più evidente è che si tratta di un monologo”. L’autore, sulla base di esperienze maturate in molti anni, propone in questo libro un nuovo metodo per la comunicazione di marketing, quale nuova Scienza Economica, con la collaborazione di autorevoli esperti in alcune aree strategiche: Furio Camillo, Simonetta Caresano, Giacomo Manara, Ferdinando Pillon, Paolo Pugni (Prefazione di Marco Vitale). Questo metodo, innovativo e per certi aspetti rivoluzionario, si chiama Multicreatività, ed ha la funzione di consentire alla marca di sviluppare la propria notorietà e il proprio posizionamento, grazie alla pur sempre necessaria tecnica pubblicitaria, ma nello stesso tempo di creare una relazione misurabile per un’attività di costruzione della fedeltà fra la marca e le persone-clienti che costituiscono il suo mercato attuale e potenziale. La parte alta della piramide di mercato viene identificata quale “comunità di marca”, che rappresenta per un’impresa la massima quota di mercato e di fatturato, sia nel B2C che nel B2B, ed è fonte di emulazione per tutto il mercato potenziale. L’autore si basa su tre elementi che giudica fondamentali: a)la HUMAN SATISFACTION, sia esterna che interna all’impresa, quale visione evolutiva rispetto alla customer satisfaction, considerata ormai limitativa, per “ascoltare” e comprendere a fondo le necessità globali dell’essere umano nelle sue istanze emozionali, ma anche razionali ed etiche che, nel loro insieme, indicano gli obiettivi per una completa soddisfazione da parte di una marca. b)La MULTIDISCIPLINARIETA’, da cui prendono corpo la Multicreatività e il Triangolo Creativo, per ottenere, con un nuovo DNA creativo, strategie e messaggi orientati e volti a ottenere comunicazione a due vie e quindi dialogo, relazione e fidelizzazione, oltre alla sempre necessaria brand awareness, da produrre non più come fine della creatività e della comunicazione, ma come “ponte” per passare alla relazione e alla loyalty senza dispersioni e senza il rischio di far ricordare esclusivamente le ideecreative. c) La LOGICA DI PROCESSO, per collegare in modo unitario i diversi momenti della comunicazione (impatto-relazione-loyalty), e per evitare che ogni tecnica di comunicazione tenda a considerarsi preminente rispetto alle altre, creando problemi non soltanto finanziari per un’impresa, ma anche di frazionamento e dispersione, con messaggi non coordinati allo stesso obiettivo.
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Ci sono libri che più di altri ci rimangono attaccati, e che sentiamo più forti, più duraturi, più veri: sono quelli che, spesso, ci fanno più male, entrandoci nello stomaco, facendoci battere il cuore a ogni immagine, a ogni passaggio. E’ il caso de Il buio addosso. Marco Missiroli ha 26 anni ed è un ragazzo raro, di una sensibilità che lascia confusi per la sua purezza, e una penna che sa usare come un pennello: un tratto finissimo, un cenno da cui emana un mondo, delicato e crudele al tempo stesso. E’ la sua scrittura che mi è entrata dentro, ferendomi, commovendomi, lasciandomi la dolcezza di una lettura meravigliosa. Aspettavo Il buio addosso da tanto tempo, inseguendone su Internet gli indizi dell’arrivo in libreria, dopo aver conosciuto e amato Senza Coda, il romanzo d’esordio di Marco Missiroli, che gli è valso il Premio Campiello 2006 per l’ Opera Prima: premio meritatissimo, per un breve romanzo che è una preghiera, un canto, dedicato all’infanzia e alla scoperta del male e del dolore. La mia impazienza, la mia attesa, e le aspettative per la seconda prova narrativa di Marco sono state premiate da un libro prezioso e senza tempo. Il buio addosso è un romanzo maturo e complesso, raccomandato a tutti coloro che amano perdersi nel piacere del leggere. R. è un paese della Provenza, dove la lana è così pregiata da essere magica, da risplendere al buio di un alone leggero, lavorata tra le preghiere delle donne all’alba. E’ un paese che nasce, nella scrittura di Marco, da pennellate di colore, che ne tracciano i contorni, e gli regalano vita: le spighe della lavanda, i ciottoli bianchi striati dei colori che inseguono la luce della mattina, le case, rossa quella del sindaco, bianca quella della bottegaia Marie, gialla quella in fondo alla via delle botteghe, il verde delle vesti delle contadine, il rosso e il blu dei gendarmi collodiani. Un paese bello, semplice, luminoso; un paese che al suo interno conosce la crudeltà più inumana, perché non accetta la diversità e l’imperfezione. Per questo il paese ha una triste tradizione: la polvere dolce addormenta, per sempre, chi non è ammesso a R., i bambini venuti male, nati disgraziati, o gli adulti che non accettano le regole. Poline nasce zoppa, ma il sindaco, suo padre, la salva, accettando il compromesso più doloroso: la zoppa vivrà, ma non uscirà mai di casa, sarà segregata, invisibile, nascosta dagli sguardi, “perché gli uomini guardano” e condannano. Dalla camera con la finestra, poi dalle stanze del campanile del paese, Poline sarà la spettatrice della vita degli altri. Sarà lei a guardare, immersa nel buio che il mondo le ha gettato addosso, il buio della diversità. Con lei Nunù, un ragazzo dalla mente offesa, un altro infelice, un altro diverso che la normalità di R. non vuole accettare, una maschera delicata, commovente, infantile che fa innamorare. La favola scura de Il buio addosso è una storia di buio, ma anche di colore e di luce: che inizia con una matita rosa, il primo regalo che Poline riceve da Gustave, “il maestro delle campane”, insieme alla mantellina rossa, come le bambine normali, quelle che a scuola possono andare. Sarà il maestro, con le sue storie e i suoi disegni, e con la sua umanità, ad aiutare Poline a riempire la sua solitudine con le immagini della sua mente. Poline dipinge i personaggi della sua storia, e della vita di R.: sulle sue tele, e sulle pagine del libro, i colori di Marco Missiroli si moltiplicano, fissandosi sugli occhi, fatti di blu e di giallo, del padre di Poline. Anche lui la guarda, dalla tela che emerge dal buio, ma il suo è un sguardo di amore e tristezza, che guida alla redenzione. E la normalità di coloro che non hanno misericordia verrà segnata e affrontata dalla sfida della diversità, sulla piazza del paese attraversata dai rintocchi delle campane di Nunù. Una storia antica ed eterna, sul buio dell’indifferenza e della diversità che ognuno di noi almeno una volta nella vita può aver subito e, forse, trovato la forza di affrontare. Il buio addosso è, manco a dirlo, un romanzo impeccabile nella meccanica, nella struttura, nell’attenzione ai singoli piccoli dettagli. Ed è soprattutto, un libro da leggere piano, assaporando ogni tratto, ogni immagine, facendo vivere nel proprio cuore, prima che nella propria testa, la storia senza età di Poline. Libro:
Autore: MISSIROLI MARCO Titolo: BUIO ADDOSSO (IL) Editore: GUANDA Prezzo: € 15,00
“Tutto comincia con un vecchio giudice che vive in una dimora cadente di Kalimpong, alle falde dell'Himalaya orientale, col suo misero cuoco senza neppure un nome, e una cagnetta, Mutt, che del giudice sembra l'unico amore. Ma questo terzetto in apparenza dimesso diventa, con l'arrivo della nipote del giudice, Sai, l'epicentro di un terremoto narrativo le cui onde si propagano in ogni direzione e raggiungono ogni latitudine: dalla New York degli anni Ottanta, dove il figlio del cuoco lavora in una sfilza di ristoranti mandando al padre notizie sempre più allarmanti sulla sua avventura americana, alla Cambridge d'anteguerra, dove il giudice ha frequentato l'università, all'Unione Sovietica, in cui si è interrotto il sogno astronautico del padre di Sai. E nella stessa Kalimpong, mentre si concretano i presagi della guerra col Nepal, due anziane e un tempo agiate sorelle istruiscono Sai in privato e ci introducono nel club più esclusivo della città, forse il più scalcinato della tradizione britannica.” Eredi della sconfitta scritto da Kiran Desai, figlia d’arte – la madre è Anita Desai autrice tra gli altri di Fuoco sulla montagna e Digiunare, divorare – e con questo romanzo la più giovane vincitrice del Broker Prize 2006. Kiran Desai , nata in India e trasferitasi adolescente negli Usa, ripetendo l'itinerario gia' compiuto a suo tempo dalla madre Anita, proprio sui sotterranei e invisibili collegamenti che esistono tra questi due mondi (e culture) scrive un romanzo elegante, ben costruito eppure con una sua forza epica e metaforica che avvince. Eredi della sconfitta è un libro che sa di fango, di umido, di povertà e di ineluttabilità della vita e della condizione umana. Autore: DESAI KIRAN Titolo: EREDI DELLA SCONFITTA Editore: ADELPHI Prezzo: € 19,50
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