Un corteo ondeggiante di
Trabant, le sgangherate utilitarie prodotte nella vecchia
Germania Orientale, avanza multicolore e sghembo per le vie di
Zwickau, simile a un serpentone sbronzo: alcune vetture hanno le portiere variopinte, altre sono completamente coperte di fango, molte sventolano allegre e svolazzanti bandierine della DDR. Quale miglior simbolo per rappresentare il sopravvivere dell'
Ostalgie, il neologismo tedesco che si riferisce alla nostalgia per la vita nella vecchia Germania Est, del quattordicesimo raduno delle Trabant, tenutosi recenetemente nella località che ospitava la fabbrica di queste curiose autovetture? L'
Ostalgie appare come una condizione sociale e insieme personale, un romantico rimembrare un'esistenza più semplice e meno libera, ma che nel contempo sembra conservare, a quasi vent'anni dalla caduta del muro di
Berlino, un misterioso fascino.
La maggior parte dei testi letterari e delle manifestazioni cinematografiche che abbiano anche lontanamente a che fare con il passato tedesco-orientale continuano a destare sensazione e ad avere successo, dentro e fuori, per la verità, i confini dello stato tedesco. Non fa eccezione il bel libro di
Anna Funder, intitolato
C'era una volta in DDR, stampato per la prima volta nel 2002, pubblicato in Italia da
Feltrinelli e ristampato parecchie volte nei paesi anglosassoni. La
Funder, scrittrice di origine australiana, ha una profonda conoscenza della Germania e della sua realtà: il suo interesse per la società tedesca dopo l'unificazione, la porta sulla strada di una ricostruzione particolare del mondo DDR. A partire da un collage di storie, si cerca di dare una lettura "dal di dentro" di ciò che ha significato un regime durato quarant'anni. Al centro della sua ipotesi di ricostruzione di un passato talvolta sottaciuto, c'è il ruolo della
Stasi, la polizia politica della
Germania Orientale, che fonti ufficiose dicono capace di tenere sotto controllo una persona ogni sei abitanti. Sono le storie di due "donne contro",
Miriam e
Julia, a fornire l'angolo visuale ricercato per fornire uno spaccato della società tedesco-orientale. Gli episodi si susseguono, disegnando una realtà brutale, straniante: il tentativo di fuga di
Miriam all'ovest, a 16 anni; la cattura e la prima prigionia; la storia d'amore con il marito
Charlie e la sua morte in una cella della Stasi. E ancora: l'amore di
Julia per un italiano, che le mette alle costole la polizia politica; l'impossibilità di studiare o trovare un buon lavoro; la paura e la violenza subita da parte di un criminale seriale. Nostalgia per la vita all'
Est o orrore per i crimini della Stasi e del Regime: curiosa dicotomia che è andata insinuandosi nell'intimo del popolo tedesco, a ridisegnare e in un certo senso ad arricchire una complessa stratificazione culturale etnica, in massima parte indecifrabile per l'osservatore straniero.