Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Con un tempistmo quasi perfetto rispetto alle recenti questioni ereditarie relative alla famiglia Agnelli vi segnaliamo la recente uscita in libreria di un libro che racconta la storia e i personaggi dell'ultima dinastia italiana. "Gli Agnelli sono l'unica tra le dinastie storiche del capitalismo italiano ad aver conservato una posizione paragonabile a quella dei tempi d'oro, della nascita delle grandi industrie moderne tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, e sono un simbolo del capitalismo famigliare non solo in Italia. In questo libro si racconta chi sono gli eredi del senatore Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat, attraverso più di cento microritratti di fratelli, cugini, nipoti, zie. Sono bozzetti fatti di ritagli, notizie laterali, cenni personali, aneddoti, in cui vengono tratteggiati personaggi noti (da Susanna Agnelli a John e a Lapo Elkann), ma anche meno conosciuti (dallo scrittore Oddone Camerana, a suo nipote Andrea, che ha sposato la cantante Alexia). E personaggi di cui non tutti conoscono il legame con la famiglia Fiat, come l'attore Pietro Sermonti. Si raccontano le loro parentele, le professioni che svolgono, i luoghi dove vivono o hanno vissuto. La narrazione ruota intorno alle storie di cinque persone che non ci sono più: Virginia Bourbon del Monte, madre dei sette eredi Agnelli, i suoi tre figli maschi Gianni, Umberto e Giorgio (quasi espunto dalla storia famigliare perché malato, e qui descritto per la prima volta grazie alle testimonianze di chi l'ha conosciuto), e uno dei suoi nipoti, Edoardo, figlio di Gianni. Le vicende dell'economia e dell'industria italiana si intrecciano alla storia dei rami della famiglia: i Furstenberg, i Rattazzi , gli Elkann - De Pahlen, i Campello - Teodorani Fabbri, i Brandolini, gli Agnelli, i Ferrero Ventimiglia, i Nasi, i Camerana, i Frua De Angeli - Ajmone Marsan. "Casa Agnelli" è quindi una raccolta di memorie sociali, il tentativo di definire lo spazio di questa dinastia nell'immaginario del nostro paese, e insieme un racconto di psicologia famigliare, in cui si parla anche di denaro, ma non troppo. Perché, in realtà, non è più quello di una volta: la famiglia col tempo si è ingrandita e le ultime generazioni sono via via diventate meno ricche delle precedenti. A tenere insieme questo stravagante patchwork di vite, c'è Giovanni Agnelli II, l'Avvocato, nipote prediletto del fondatore. Marco Ferrante riflette sul suo carattere di uomo ermetico, la cui complessità fu resa più singolare, ipnotica e indecifrabile dalla condizione economica, naturalmente, ma soprattutto dal compito che egli si diede e a cui si dedicò quasi con abnegazione: costruire il mito di se stesso a partire dal rispetto del lascito del nonno, la Fiat. A quattro anni dalla sua morte, senza cadere nella commemorazione agiografica, questo libro prova a schiudere una visuale nuova a chi voglia cercare di trarre un bilancio della sua condotta di azionista e capo della più grande industria italiana." "In fondo questa è uan storia di nonni facoltosi, vecchie zie, nipoti un po' scapestrati, con le loro simpatie, antipatie, idiosincrasie per un fratello o per una cognata, con i loro tic e i loro snobismi. Ma tutto ciò è amplificato dal peso dell'istituzione - la Fiat -, dall'intrecciarsi delle vicende degli Agnelli al costume nazionale, e dalla precondizione del denaro, un'entità che tutti li precede." FERRANTE MARCO CASA AGNELLI Storie e personaggi dell'ultima dinastia italiana Editore: MONDADORI Pubblicazione: 05/2007 Prezzo: € 17,50 ISBN: 8804566736
Un corteo ondeggiante di Trabant, le sgangherate utilitarie prodotte nella vecchia Germania Orientale, avanza multicolore e sghembo per le vie di Zwickau, simile a un serpentone sbronzo: alcune vetture hanno le portiere variopinte, altre sono completamente coperte di fango, molte sventolano allegre e svolazzanti bandierine della DDR. Quale miglior simbolo per rappresentare il sopravvivere dell' Ostalgie, il neologismo tedesco che si riferisce alla nostalgia per la vita nella vecchia Germania Est, del quattordicesimo raduno delle Trabant, tenutosi recenetemente nella località che ospitava la fabbrica di queste curiose autovetture? L' Ostalgie appare come una condizione sociale e insieme personale, un romantico rimembrare un'esistenza più semplice e meno libera, ma che nel contempo sembra conservare, a quasi vent'anni dalla caduta del muro di Berlino, un misterioso fascino.
La maggior parte dei testi letterari e delle manifestazioni cinematografiche che abbiano anche lontanamente a che fare con il passato tedesco-orientale continuano a destare sensazione e ad avere successo, dentro e fuori, per la verità, i confini dello stato tedesco. Non fa eccezione il bel libro di Anna Funder, intitolato C'era una volta in DDR, stampato per la prima volta nel 2002, pubblicato in Italia da Feltrinelli e ristampato parecchie volte nei paesi anglosassoni. La Funder, scrittrice di origine australiana, ha una profonda conoscenza della Germania e della sua realtà: il suo interesse per la società tedesca dopo l'unificazione, la porta sulla strada di una ricostruzione particolare del mondo DDR. A partire da un collage di storie, si cerca di dare una lettura "dal di dentro" di ciò che ha significato un regime durato quarant'anni. Al centro della sua ipotesi di ricostruzione di un passato talvolta sottaciuto, c'è il ruolo della Stasi, la polizia politica della Germania Orientale, che fonti ufficiose dicono capace di tenere sotto controllo una persona ogni sei abitanti. Sono le storie di due "donne contro", Miriam e Julia, a fornire l'angolo visuale ricercato per fornire uno spaccato della società tedesco-orientale. Gli episodi si susseguono, disegnando una realtà brutale, straniante: il tentativo di fuga di Miriam all'ovest, a 16 anni; la cattura e la prima prigionia; la storia d'amore con il marito Charlie e la sua morte in una cella della Stasi. E ancora: l'amore di Julia per un italiano, che le mette alle costole la polizia politica; l'impossibilità di studiare o trovare un buon lavoro; la paura e la violenza subita da parte di un criminale seriale. Nostalgia per la vita all' Est o orrore per i crimini della Stasi e del Regime: curiosa dicotomia che è andata insinuandosi nell'intimo del popolo tedesco, a ridisegnare e in un certo senso ad arricchire una complessa stratificazione culturale etnica, in massima parte indecifrabile per l'osservatore straniero.
Nel mese di maggio si è svolta nei giardini di Via Palestro la 12ª mostra mercato Orticola.
Anche quest'anno molte le manifestazioni collegate all’evento stesso: corsi, laboratori e una mostra sul verde di Milano visto da pittori e scultori lombardi.
Iniziativa nata per divulgare la conoscenza su piante e fiori insoliti, ha visto una buona affluenza di pubblico.
Più di un centinaio gli stand presenti, molti i nomi noti: Crespi Bonsai, Fondazione Minoprio, Fratelli Ingenioli, ecc. Molte le varietà presenti: acidofile, agrumi, aromatiche ed officinali, bonsai, bulbi, clematidi, piante grasse, iris, orchidee, gerani, peonie e rose.
Cinque i progetti - giardino in mostra a partire dal tema: i giardini mediterranei.
Tra questi quello sicuramente caratterizzato da un buon impatto visivo, meno sotto il profilo dell’originalità, è stato Fynbos Sudafrica - Popoli Diversi si Uniscono. Contrasti matrici e cromatici a rappresentanza del Sudafrica stesso, vetri e specchi frantumati a ricordarci i diamanti faticosamente estratti e i colori dati dalle essenze floreali utilizzate, a ricordo dei colori della bandiera.
Proseguendo lungo il percorso e curiosando fra i vari stand ci si trova di colpo immersi in un universo di colori e profumi, dove un occhio allenato riesce a scoprire piante davvero insolite. Purtroppo non così tante quanto ci si aspetterebbe da una manifestazione di questo stampo, perché a volte si ha l’impressione che sia stata data prevalenza alla quantità, piuttosto che alla qualità.
Anche i prezzi delle varie piante non si sono rivelati così competitivi, ma vero è che parte dei contributi sono stati indirizzati al proseguimento della ristrutturazione dei giardini Perego.
Alla fine della giornata comunque ciò che si ricorda volentieri e l’affluire gioioso delle persone pronte ad investire parte del loro tempo nella ricerca di piante che possano rallegrare i loro spazi quotidiani.
Alcuni consigli librari dedicati al Giardinaggio:
MARINONI C. M. (CUR.)
GARDENIA. IL GRANDE MANUALE DI GIARDINAGGIO
TITCHMARSH ALAN
MANUALE DI GIARDINAGGIO
Da poco arrivato in libreria, visegnalo il bel volume Finger Food. Finger food ovvero monoporzioni facili, riproducibili in casa, con l'uso "furbo" e necessario di strumenti aiuta-cuoco e ingredienti reperibili anche al supermercato. Il libro contiene 120 ricette che però non sono solo bocconcini da prendere con le mani, ma vere e proprie ricette presentate e allestite con qualche piccolo trucco. Ecco allora che, al pari dei piatti, diventano protagonisti bicchierini, cucchiai, forchettine, accessori di plastica, stoviglie moderne... insomma tutto quanto possa trasformare anche il piatto più banale, pesante o dimenticato in un cibo con il dono della leggerezza e dell'ironia. LAPERTOSA VIVIANA FINGER FOOD 120 RICETTE DA MANGIARE IN UN BOCCONE Editore: GAMBERO ROSSO EDITORE Pubblicazione: 03/2007 Prezzo: € 16,00
Il manifesto dell’anima e dell’inquietudine di Bruce Chatwin, attraverso una raccolta di scritti, lettere, recensioni, racconti. Non solo viaggio, però: l’irrequietezza è prima di tutto uno stato del cuore, e trova tante forme di espressione e protesta contro il comune senso della stabilità e della sedentarietà. La necessità di un posto “dove appendere il cappello” è contrapposta all’impossibilità di scrivere se non in movimento, stimolato e scosso da mille immagini: l’avventura del viaggio come dimensione della dinamicità umana, che non soltanto allarga la mente, ma “le dà forma”, è vista in opposizione ai viaggi fittizi delle droghe, nei quali si rifugia l’anima di chi non riesce a muoversi. Perché, come affermava Pascal Notre nature est dans le muovement e l’uomo è un animale che ha bisogno di camminare, per curare la solitudine, e soddisfare il suo bisogno di crescita, alimentando occhi e mente. Sono tanti e caleidoscopici i livelli dell’irrequietezza che emergono dalla penna di Bruce Chatwin: dal racconto della miseria di Timbuctù, al fascino ricco e aristocratico della Torre Rezzoni in Toscana, dove l’autore amava ritirarsi a scrivere; dai racconti africani di iniziazione all’amore e alla vita, alla nascita di un appartamento nel centro di Londra; dalla dissertazione sull’”alternativa nomade” al ritratto della personalità eccentrica di Curzio Malaparte, artistica presenza in quel di Capri. Il filo conduttore è la necessità dell’uomo di accettare il cambiamento, il mutamento, dei luoghi, del corpo, o dell’anima. Perché l’uomo prodotto della civiltà – cioè della società che vive in città – ha dimenticato come si cammina, come ci si nutre di diversità e di cambiamento. Vive l’abbandono del senso di scoperta, e si nutre di palliativi, di stratagemmi utili solo a mascherare il suo spirito di fallimento e di solitudine, la pena di una ripetitività che non è nella natura dell’essere umano. E che spesso porta l’uomo a crearsi viaggi alternativi e malati attraverso le droghe e l’alcol, per fuggire alla monotonia di una vita senza orizzonti. E’ anche l’esperto d’arte che parla in queste pagine, analizzando il significato e il sentimento alla base di ogni raccolta d’arte: la “moralità delle cose” non è altro che un sistema per escludere gli altri esseri umani, qualcosa di sicuro che non tradisce, un rito personale di autogratificazione e risarcimento dal quale Bruce Chatwin rifuggiva, abituato a non affezionarsi mai agli oggetti e a circondarsi di poco. Vale la pena davvero di ricominciare a camminare, perché, rivela Chatwin, “I viaggi reali sono più efficaci, economici e istruttivi di quelli fittizi”. CHATWIN BRUCE; BORM J. (CUR.); GRAVES M. (CUR.) ANATOMIA DELL'IRREQUIETEZZA Editore: ADELPHI Pubblicazione: 02/2005 Prezzo: € 8,00 ISBN: 884591948X
Dopo la segnalazione della bella opera su Calatrava mi sento di segnalarvi anche l'opera relativa a Renzo Piano, anche questa in mega-formato e con bellissime fotografie. Su Archimagazine dalla sua biografia si legge: "Personalmente trovo che la mia voglia di esplorare sentieri non battuti vada perfettamente d’accordo con la mia riconoscenza nei confronti della tradizione. Forse questo è un tratto europeo, forse è specificatamente italiano. Certamente è l’eredità di una cultura umanista". Nato a Genova il 14 settembre 1937, laureato al Politecnico di Milano nel 1964, dopo le esperienze presso Franco Albini, Marco Zanuso, Louis Kahn e Makowskj, inizia l’attività progettuale con una serie di studi sperimentali sulle strutture spaziali a guscio e sui sistemi costruttivi innovativi, avendo come riferimento l’amico e maestro francese Jean Prouvé. Dal 1971 inizia la collaborazione con Richard Rogers, nella società Piano&Rogers, e dal 1977 con Peter Rice, con la Piano&Rice Associates: è il periodo del Centre Georges Pompidou, uno dei progetti più discussi degli ultimi trent’anni. Prima di elaborare proposte su larga scala attraverso interventi di notevole effetto, la fase di studio sui centri storici e sul recupero del paesaggio, da Otranto all’isola di Burano fino ai progetti per il porto antico di Genova, per Rodi, per La Valletta, per Pompei e per i Sassi di Matera, dimostra l’interesse e la sensibilità verso un approccio operativo non esclusivamente high-tech, come molta critica mal informata tende ad etichettare e a liquidare una produzione architettonica molto più complessa. [...] Al di là degli incarichi di rilievo e della realizzazione di numerosissimi progetti, l’idea di bottega, di ricerca e di approccio al lavoro attraverso tecniche tradizionali quali il disegno a mano, lo sviluppo di modelli di studio, la creazione di make-up in scala 1:1 costituiscono un naturale sistema di organizzazione ancora funzionale, pratico e legato a operazioni colte di intendere un mestiere svincolato dall’accademia e da supporti esclusivamente teorici di intendere l’architettura. "Quando mi chiedono come sarà la città del futuro, io rispondo: spero come quella del passato." JODIDIO PHILIP RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP 1966-2005 Editore: TASCHEN Prezzo: € 99,99
Giovedì 21 giugno 2007 - ore 18:00 presentazione del libro IL CODICE DEL POTEREAvvocati d'Italia - Storie, segreti e bugie della più influente èlite professionale Franco Stefanoni MELAMPO Con la partecipazione dell' Avv. Remo Danovi e Avv. Corso BovioIntroduce il giornalista Gianni Barbacetto
Gli avvocati del potere sono un’élite, una sottile striscia professionale. Niente a che fare con la stragrande maggioranza dell’universo legale. Gli avvocati del potere sono un empireo, un raffinato ceto, una prima scelta di giuristi, consiglieri, difensori, consulenti. Che affianca, corteggia e si fa corteggiare dal potere economico, finanziario e politico. Sono esperti di diritto commerciale, bancario, industriale, amministrativo, fiscale, penale. Sono docenti universitari, a capo di piccole boutique legali, sono leader di grandi studi nazionali e stranieri, multinazionali del diritto. Gli avvocati del potere sono un potere. Che risplende, talvolta. Ma che non di rado, ammantato dal silenzio, si muove tra le ombre. Questo libro racconta chi sono stati, chi sono oggi, come sono cambiati gli appartenenti all’olimpo forense italiano. Cinquant’anni di nomi, cognomi, fatti, documenti, ricostruzioni, incidenti di percorso, scontri, aneddoti, tic, segreti, bugie, amici, nemici, relazioni pericolose, alleanze, intrighi. Senza sconti, perché la legge è uguale per tutti.
Su consiglio di Filippo, lettore di questo blog oltre che di gialli, ho letto Roseanna dei coniugi Maj Sjöwall e Per Wahlöö. Roseanna è il primo, dei 10 romanzi tutti scritti a 4 mani tra 1965 al 1675, in cui compare l'ispettore Martin Beck e il suo mal di stomaco. Roseanna è un classico giallo che si concentra sui metodi di indagine della polizia in cui Martin Beck, protagonista assoluto, non è però un eroe solitario, ma è aiutato da validi collaboratori come Lennart Kollberg e Gunvald Larsson, che gli fanno da spalla. In Roseanna il delitto avviene prima che la narrazione abbia inizio: in un lago viene ritrovato il corpo di una ragazza morta per strangolamento. Ci vorrà parecchio tempo per risalire all'identità della vittima, la turista americana Roseanna McGraw; poi comincerà una minuziosa ricerca che scaverà nel passato della giovane, finché la polizia non riuscirà a trovare qualche indizio che la colleghi al presunto assassino. L'elemento chiave sarà il ritrovamento di un filmato amatoriale e di alcune fotografie girato da un turista, che permetterà agli investigatori di dare un volto al sospettato. A quel punto, Martin Beck sarà costretto a tendere una trappola all'uomo, trappola che si rivelerà efficace, ma che rischierà di essere fatale agli stessi agenti. Il romanzo è un po' lento, i colpi di scena e l'azione di concentrano tutti verso la fine del libro. E' interessante notare come l'espediente dell'indagine attraverso i filmini dei turisti e le fotografie sia stato pensato nel "lontano" 1965 in tempi in cui fotocamere digitali, cellulari, internet e videocamere digitali non erano neanche immaginabili! SJOWALL MAJ; WAHLOO PER ROSEANNA Editore: SELLERIO DI GIORGIANNI Pubblicazione: 03/2005 Prezzo: € 11,00
Crazy Diamond è la nuova edizione del volume di Watkinson e Anderson dedicato al leggendario fondatore dei Pink Floyd, Syd Barrett, il principe psichedelico della Londra anni '60. Difficile, per chi ha conosciuto l'opera di Syd (contenuta in un album registrato con i Pink Floyd, A piper at the gates of dawn, e in pochi altri lavori solisti), osservare le fotografie inedite contenute nel libro senza provare un certo brivido: alcuni sono scatti tratti direttamente dalla collezione privata della famiglia Barret e ci mostrano un Syd sconosciuto, privato, eppure nel contempo così simile al folletto gotico che per l'espace d'un matin ha sconvolto la scena musicale britannica con il suo genio ipnotico e visionario. Non sembra forse di udire le diaboliche note di Lucifer Sam, mentre un Barret bambino ci fissa con un sardonico sorriso luciferino, trascinandoci nelle profondità dei suoi neri occhi da spirito della foresta? O quando cinquantenne fissa incerto e imbolsito l'obiettivo, non traspare un barlume della follia espressiva che caratterizzava gli orgiastici assoli della sua chitarra nella psichidelica Interstellar Drive? E' in un certo senso singolare leggere un libro su Syd Barrett a circa un anno dalla sua morte fisica: perchè in fondo di lui si parla come di un "trapassato" da quarant'anni, da quando travolto dall'abuso di LSD, o forse soltanto dalla violenta sensibilità di un'anima incapace di sopportare le regole dello star system, è "scomparso dalla scena". Forse proprio per questa sua uscita dal palcoscenico silenziosa, misteriosa, senza il botto, senza, per dirla in maniera forse "scorretta", la morte giovane di un Jim Morrison o di un Kurt Cobain, si è forse sempre avuta l'impressione che in realtà non se ne fosse mai andato: che, per citare un episodio raccontato da David Gilmour nel libro, fosse ancora là, dietro il palco, a fissarti da un angolo buio, con la forza impareggiabile e penetrante dei suoi occhi neri. Simile a un gatto, principe nero dei Sweet Sixteen.
14 giugno 2007 - ore 18.00 presso la sala conferenze della Libreria Hoepli di Milano, presentazione del volume: IL GRANDE LIBRO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA Con la partecipazione della Croce Rossa Italiana Emanuele Luzzati e Roberto Piumini EDIZIONI SONDA
Un volume, in edizione multilingue (albanese, arabo, cinese, ebraico, francese, inglese, portoghese, rumeno, russo, spagnolo, tedesco, oltre l’italiano), rivolto a tutti i ragazzi, anche stranieri, che vivono in Italia e centrato sui valori della Costituzione Italiana. Roberto Piumini ha realizzato 15 poesie (in dodici versi a rima baciata) su ciascuna delle parole chiave che costituiscono i valori della Costituzione. Il volume é illustrato da Emanuele Luzzati ed è articolato in tre parti: - la prima parte propone i primi dodici articoli della Costituzione italiana sintetizzandoli in 15 parole chiave che permettono di sintetizzare i valori della costituzione; - la seconda parte propone i 54 articoli che costituiscono la prima parte della Costituzione - la terza parte (a cura di Massimo Boncristiano e Paolo Olmo) propone una serie di attività ludiche ed espressive ampiamente sperimentate con i ragazzi da parte di gruppi locali italiani della Croce Rossa. In dodici lingue: albanese, arabo, cinese, ebraico, francese, inglese, portoghese, rumeno, russo, spagnolo, tedesco, oltre l'italiano. Un libro fortemente voluto dalla Croce Rossa Italiana. Con il patrocinio della Presidenza della Corte Costituzionale e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
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