Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Lessico famigliare è un libro bellissimo, a metà tra l'autobiografia e il libro di memorie: ripercorre la storia d'italia attraverso la famiglia ebrea Levi. Natalia, l’ultima dei cinque figli Levi, è la voce narrante. Con assoluto rispetto della verità, e, per certi versi, mantenendo l’incanto della fanciullezza, l’autrice non solo ripercorre con la memoria le vicende dei suoi cari, ma ne fissa per sempre anche il linguaggio (che, è unico per ogni nucleo famigliare), i motti, le abitudini radicate.
E' così che facciamo conoscenza del padre Giuseppe, dispotico ma dolce che non sopporta gli "sbrodeghezzi", i "potacci" e le "sempiezze" di mamma Lidia e dei fratelli, tra cui mitico è quello che quando si sveglia di buon umore al mattino inzia con la filastrocca: "il baco del calo del malo; il bece del chelòe del melo".
Da casa Levi passa tutto il fior fiore del mondo intellettuale torinese: Vittorio Foa, Adriano e Camillo Olivetti, Filippo Turati, Cesare Pavese, Felice Balbo, Anna Kuliscioff, Franco Rasetti, Felice Casorati e persino Eugenio Montale.
Tentare anche solo un breve riassunto del Lessico non è semplice: è una storia che ruota su se stessa, proponendo, a brevi intervalli, lo stesso frasario, che a mano a mano conquista il lettore, col risultato di diventargli, alla fine, per l’appunto, famigliare.
Da leggere e rileggere come ho fatto io!
GINZBURG NATALIA
LESSICO FAMIGLIARE
Editore: EINAUDI
Pubblicazione: 09/2005
Numero di pagine: 261
Prezzo: € 10,00
EAN: 9788806174293
I tragici giorni del G8 di Genova nel 2001 restano impressi indelebilmente nella mente di chi li ha vissuti, ma anche nelle coscienze di milioni di italiani la cui tranquilla sicurezza fu turbata dalle immagini televisive degli scontri che sconvolsero per due giorni la città ligure. A sei anni di distanza dalle due giornate di luglio che videro lo svolgimento del summit dei potenti della Terra, tornano alla ribalta, sul filo delle nuove rivelazioni seguite alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, gli episodi chiave che segnarono lo svolgersi delle manifestazioni di protesta, terminate nel sangue con l'irruzione della polizia nella Scuola Diaz occupata da un gruppo di ragazzi, il giorno seguente a quello della tragica morte di Carlo Giuliani. Alle giornate di Genova, all'atmosfera, al dolore e alle speranze che caratterizzarono quei giorni, è dedicato un nuovo romanzo pubblicato da Marsilio, firmato da Roberto Ferrucci, intitolato Cosa Cambia. Un romanzo che vuole essere insieme reportage, opera di denuncia, diario intimistico d'iniziazione e riflessione globale sui temi dell'esistenza. Il protagonista è un quarantenne che ripercorre idealmente, anni dopo, le stesse strade assolate percorse in corteo nei tragici pomeriggi del luglio 2001: a fare da contorno alcune figure femminili, Angela, Magdalena e Elisa, che appaiono come fantasmi nei giorni di "febbrile passività" trascorsi dal protagonista nella stanza di un anonimo albergo. Il rumore, quello degli scontri feroci tra polizia e manifestanti, rimane sullo sfondo, racchiuso in un ego chiuso in difesa: fuori resta solo il silenzio, l'immobilità del mistero di un estate che ritorna, solo senza risposte.
FERRUCCI ROBERTO
COSA CAMBIA
Editore: MARSILIO
Pubblicazione: 07/2007
Numero di pagine: 188
Prezzo: € 16,00
EAN: 9788831792479
Dal 2 di luglio le vie centrali di Milano, da piazza San Babila lungo corso Vittorio Emanuele e via Dante, sono illuminate dalle opere di Marco Lodola, le quali danno vita all’esposizione Lodolandia, culminando nella sala Viscontea di Castello Sforzesco.
Le figure senza volto che popolano il mondo di Lodola dichiarano la loro appartenenza al contesto urbano e alle correnti d’avanguardia che animano il panorama artistico dagli inizi degli anni ’80.
Non sono solo i soggetti in sé, pin-up, ballerini, auto, atleti, a darci la sensazione di immagini pubblicitarie e d’insegne di negozi, con le luci e i colori accesi; anche i materiali con cui le opere sono realizzate, lamiera di metallo, cavi elettrici e policarbonato, dichiarano il loro legame con la quotidianità urbana.
Sorge quasi spontanea una domanda: Lodola, artista o elettricista? Di certo è autore di un mondo pop legato indissolubilmente alla musica, alla pubblicità, alla tv e al fumetto.
Dalla pop art Lodola non ha mutuato solo i soggetti, ma anche i materiali, tutti attinti dalla quotidianità; soggetti e materiali entrambi legati alla commercializzazione e alla fruizione usa e getta alla quale oggi sono sottoposte le immagini, avvicinandosi così alla concezione pubblicitaria del messaggio da trasmettere; è una fruizione che gode del momento e non lascia strascichi concettuali. Anche i materiali usati da Lodola, una volta finita la loro funzione, ritornano a far parte dell’inutilizzato, del rifiuto: qui la sua arte trova punti di contatto anche con la cultura trash.
Oltre che con la pop art la produzione di Marco Lodola denuncia affinità anche con il neo-futurismo, soprattutto per quanto riguarda la volontà di cambiare l’aspetto della realtà, di ridisegnare il mondo creando un universo psichedelico, Lodolandia appunto.
Quello di Marco Lodola, al di là di ogni giudizio estetico, è un mondo rutilante, fatto di luci e colori, giocoso e vivace, in cui i personaggi acquistano vita nel buio della notte milanese, per poi tornare, al sorgere del sole, trasparenti presenze cittadine.
Il catalogo di Lodoland sarà presto disponibile su Hoepli.it nella sezione dedicata all'Arte.
Il titolo ricorda una vecchia canzone dei CCCP, gruppo punk filo-sovietico degli anni '80, creatura di Giovanni Lindo Ferretti e decennale band di culto per svariate generazioni di giovani "alternativi": "islam punk und punk islam", dicevano le parole, "a Istanbul sono a casa, corro di fianco al muro"... Il nuovo romanzo di Michael Muhammad Knight non ha quasi niente da condividere con il ritmo sincopato della Band emiliano-berlinese, a parte il fascino misterioso e singolare di questa commistione apparentemente inconciliabile tra Punk ed Islam. L'autore stesso è certo un personaggio dalla storia originale: nato nel 1977 negli Stati Uniti d'America, si converte all'Islam all'età di quindici anni. Essenziale nella sua formazione la lettura dell'autobiografia di Malcolm X e la musica rap dei Public Enemy. Studia l'Islam nelle madrasse del Pakistan, ma abbandona il paese per unirsi alla Jihad, la guerra santa in Cecenia, combattendo nelle file degli indipendentisti contro l'esercito russo. Si definisce scrittore americano islamico progressista e contro l'Islam più integralista ha già pubblicato e diffuso in fotocopie due libri, Where Mullhas Fear to tread e Furious cock. Dal suo primo romanzo, Islampunk, è nato un nuovo genere musicale specificamnete punk-islamico denominato Taqwacore; la parola Taqwacore è una contrazione dei termini hardcore e Taqwa, parola islamica che definisce la pietà divina (tra le band che s'ispirano a questo genere The Kominas, 8-bit e Vote Hezbollah).
Islampunk è un romanzo che combina un'istintiva irriverenza a una comicità essenziale e irresistibile: la vicenda è ambientata in una comune punk-islamica di Buffalo, negli Usa, popolata da personaggi stilizzati e emblematici del singolare universo dell'autore. Umar, "musulmano punk votato all'astinenza da alcol, sesso promiscuo, tabacco e droghe"; Rabeya, "femminista radicale col burka"; Jehangir, "mistico sufi che fuma erba e suona la chitarra elettrica"; Muzammil, "che si batte contro l'omofobia dell'islam ortodosso": dalla curiosa chimica tra i personaggi ha origine un racconto vertiginoso e spiazzante, visto attraverso gli occhi dell'io narrante, uno studente d'Ingegneria di origini pakistane che alla vita nel campus preferisce quella nella comune. Il risultato è certamente una promettente opera prima che corrode numerosi luoghi comuni sulla cultura islamica, smentendo la presunta incomapibilità tra specificità culturali islamiche e controculture radicali e giovanilistiche di origine occidentale. Il cocktail ha un potenziale esplosivo e non mancherà di generare polemiche anche in Italia, dove Muhammad Knight è pubblicato da Newton & Compton.
Un libro snello ma dal contenuto ricchissimo, che si legge in una sera, ma poi viene la tentazione di lasciarlo lì, sul comodino, per poterlo aprire e consultare... Al bisogno.
Dosi forti e ben misurate di quotidiana saggezza e immortale poesia, scritte con la scusa dell’arte e valide per tutta la vita. Le Lettere a un giovane poeta ti sorprendono per la loro universalità: ti coglie un leggero e strisciante senso di impotenza leggendo cose che hai sempre pensato, o creduto di sentire, ma senza le giuste parole per dare forma a un’emozione, o all’intuizione di un pensiero.
A me questo libro è stato regalato da una cara amica, che voleva, attraverso le pagine di Rilke, farsi conoscere meglio, e si è fatta voler bene tanto tanto di più.
Si tratta di scritti veri, non di esercizi letterari o filosofici: le Lettere a un giovane poeta sono state scritte e realmente spedite al giovane scrittore Kappus fra il 1903 e il 1908.
Attenzione però: è un libro che non si sottrae alla rovina dell’appunto, della sottolineatura selvaggia, nel segnetto di sbieco come promemoria. Sono tanti i passi che, leggendo, ti viene da fermare nel ricordo, per tornare a rileggerli…al bisogno, appunto.
Ogni lettore trova quelli che meglio interpretano la sua intimità e il suo pensiero.
Io mi tengo sul comodino questi appunti, un invito alla serenità, alla fiducia nella vita, e al rispetto di sé, una riflessione sul valore dell’assenza di giudizio, e sulla ricchezza che tutti noi, nel profondo, inconsapevolmente, possediamo.
Se la vostra vita quotidiana vi sembra povera, non l’accusate; accusate voi stesso, che non siete assai poeta da evocarne la ricchezza; ché per un creatore non esiste povertà né luoghi poveri e indifferenti.
E se anche foste in un carcere, le cui pareti non lasciassero filtrare alcuno dei rumori del mondo fino ai vostri sensi – non avreste ancora sempre la vostra infanzia, questa ricchezza preziosa, regale, questo tesoro dei ricordi?
Rivolgete in quella parte la vostra attenzione. Tentate di risollevare le sensazioni sommerse in quel vasto passato; la vostra personalità si confermerà, la vostra solitudine s’amplierà e diverrà una dimora avvolta in un lume di crepuscolo, oltre cui passa lontano il rumore degli altri.
Sempre l’augurio che possiate trovare assai pazienza in voi da sopportare e assai semplicità da credere; che possiate acquistare sempre più fiducia in quello ch’è difficile e nella vostra solitudine tra gli altri. E per il resto lasciatevi accadere la vita.Credetemi: la vita ha ragione, in tutti i casi.
Non vi osservate troppo. Non ricavate conclusioni troppo rapide da quello che vi accade; lasciate che semplicemente vi accada.
RILKE RAINER M.
LETTERE A UN GIOVANE POETA
Editore: ADELPHI
Pubblicazione: 11/1980
Numero di pagine: 148
Prezzo: € 7,50
EAN: 9788845904417
Don Tapscott, riconosciuto economista di fama internazionale, e Anthony Williams, direttore delle ricerche di New Paradigm, firmano Wikinomics, un interessante saggio dedicato al processo di collaborazione di massa che, questa è la loro tesi, è destinata a cambiare il mondo (o perlomeno il futuro del business e dell'economia). A fornire la metafora di un mondo in movimento che collabora e avanza è naturalmente la rapida e universale diffusione di Wikipedia, l'enciclopedia online cui tutti possono accedere e collaborare direttamente. Il mondo di Wikinomics è un mondo in cui "milioni di persone interconnesse tramite e-mail, blog, community e chat usano Internet come la prima piattaforma globale di scambio". La tecnologia viene sfruttata in questa chiave da tutti gli attori del processo economico (consumatori, lavoratori, fornitori, business partner e persino concorrenti) per innovare insieme. Una partecipazione collettiva all'economia che non ha precedenti e che sembra aprire nuovi rivoluzionari scenari alle tecniche di marketing e di gestione delle imprese.
Di Admin (del 10/07/2007 @ 15:47:25, in News, linkato 7181 volte)
Dal 10 al 21 luglio 2007 lo Spazio Espositivo Secondo Piano della Libreria Internazionale Ulrico Hoepli ospita una selezione dei nuovi lavori di Battista Luraschi, uno dei più interessanti esponenti delle nuove ricerche creative; l'artista ha sviluppato dopo varie esperienze un linguaggio assolutamente originale, utilizzando oltre a strumenti tradizionali - come inchiostri e acquerelli - anche materiali plastici, trasformando schedari e cartellette d’ufficio in forme inconsuete. Battista Luraschi è nato a Lurago Marinane nel 1951, dove vive e lavora. Si è diplomato all’ Accademia di Belle Arti di Milano svolgendo attività di illustratore, scenografo, designer e pittore. Una serie fittissima di personali e collettive concorrono a visualizzare gli intrecci disciplinari del design con l’arte. Dalle prime ricerche “ L’interno dopo la forma dell’utile” a “ Nuove intenzioni del design” (1982), dal “ Racconto per un ambiente”(1985) a “ Effetto placebo” (1987) a “ Ordine e disordine”(1988), si giunge con la mostra “ Anni novanta” (1991) a un misurato riciclaggio di oggetti comuni che restituiscono economie di produzione-lavoro ai cristallini sistemi dell’arte.
Piccole tracce, per uno spazio contemporaneo rimandate ai cataloghi e alle riviste di settore.
L’idealista è un curioso e affascinante romanzo che nasconde un regalo inatteso, omaggio alla nostalgia e alla giovinezza di tante sognatrici amanti delle letture e delle belle storie che sono cresciute con le sorelle March.
Meg, Jo, Beth, Amy: sono nomi che rievocano ricordi emozionanti per tante lettrici adolescenti e non, che con le Piccole Donne hanno pianto e fantasticato.
Ma L’idealista non rende protagoniste le signorine March, che rimangono figure secondarie sullo sfondo di un racconto storico, duro, violento e sofferto, nel quale l’idealista personaggio di primo piano è il cappellano March, padre delle Piccole Donne.
Il romanzo ne percorre l’anno passato al fronte, nel pieno della Guerra Civile americana, tra flashback, che ne tratteggiano la giovinezza, il presente, fatto di combattimenti e prevaricazioni, e le lettere alla moglie e alle figlie, scritte con falsa allegria, e la volontà di nascondere il reale e il brutto, per fare emergere delicate riflessioni e dolci parole d’amore.
E’ in queste lettere che riaffiora l’atmosfera incantata e un po’ stucchevole di casa March, con i sogni, i buoni sentimenti, le piccole grandi avventure della soffitta letteraria, e dei ricami davanti al fuoco: su un altro livello il romanzo racconta della vita nei campi di cotone, degli oltraggi inflitti, delle battaglie, con le parole e con le armi, dei compagni abolizionisti, delle tante storie di umanità e dolore, tra le fila dei soldati e degli schiavi.
Il libro di Geraldine Brooks, appassionato omaggio al capolavoro di Louise May Alcott, lavora su più registri e, attraverso l’invenzione letteraria e la ricerca storica, ci racconta una parte inaspettata della vita della famiglia March, attraverso il ritratto di un uomo fatto di grandi ideali, ma anche piccole fragilità, tante debolezze e qualche comprensibile e umanissima macchia, che lo rende più vero agli occhi del lettore.
Gli incontri di schiavi e schiavisti, gli scontri, sul campo di battaglia e nei salotti dei bianchi violenti e arroganti, la malattia e la fame, e la consapevolezza della propria umanità: il cappellano March esce dall’ombra, e anche nel rapporto con la moglie tentenna, dubita, preso e qualche volta accecato dai suoi ideali e dal desiderio di combattere per essi.
Lo attende un cottage, pieno di ragazzine dolci e delicate: davanti a sé ha campi di battaglia, infuocati combattimenti, atrocità e ingiustizie, e schiavi torturati e sofferenti. Sceglierà il suo destino, tornando a casa, umiliato dalla sua stessa debolezza di uomo, ma accettando la sua responsabilità di padre, accolto dall’abbraccio e dagli schiamazzi delle sue bambine commosse, in una scena che fa parte da tanti anni della nostra memoria.
Il risultato è intenso, un felice romanzo storico, nel quale gli episodi narrati si intrecciano virtuosamente a riflessioni filosofiche non banali sull’eterno dilemma tra ideale e realtà.
l tema è sicuramente di attualità per internettiani e non. Vi segnalo la recente uscita del libro SECOND LIFE, Guida turistica essenziale per ISBN Edizioni. Dalla la quarta di copertina: "Questo non è un libro di questo mondo. È la guida turistica per l'ultima delle destinazioni possibili: Second Life, il continente abitato dai doppi on-line di cinque milioni di esseri umani. Questo volume racconta la storia di un fenomeno sociale, descrive un'economia che ha già prodotto milionari e spiega come orientarsi, comportarsi, vestirsi, viaggiare, fare sesso o shopping in questo universo parallelo. Insomma, una guida preziosa, una specie di Virgilio digitale semplice, divertente e generosa di consigli e curiosità. Indispensabile per non sentirsi tagliati fuori e non perdersi nulla di ciò che, una volta dentro, accade davvero. O per finta?" Più datati invece, si fa per dire, due libri sempre sull'argomento: il saggio Second Life di Mario Gerosa e The second life official guide di Michael Rymaszewski e Wagner Au.
Segnaliamo un interessante pubblicazione edita in Italia dal Sole 24 ore, che si propone di studiare il fenomeno Blog, i "diari" virtuali sempre più diffusi sulla rete, dal punto di vista delle aziende e della possibilità d'incremento del business. Il suo titolo è appunto Business Blog e gli autori sono Robert Scoble, collaboratore di Microsoft e curatore di un Blog di successo, e Shel Israel, esperto in innovazione e pedina chiave nel lancio di tecnologie di grande successo come Powerpoint, Filemaker e e workstations di Microsystem. Lo studio cerca di chiarire come i blog di comuni impiegati siano riusciti a modificare sensibilmente la percezione che l'opinione pubblica ha di determinate grandi aziende. Attraverso il loro approccio particolarmente friendly i blog diventano qundi uno straordinario strumento di comunicazione a disposizione delle società per costruire (o ricostruire) la fiducia, elemento cardine nel rapporto tra azienda e consumatore, attraverso un lavoro quotidiano di contatto con i propri lettori. Per dirla con Scoble e Israel, "il blog è interattivo, è informale, è frizzante, pieno di errori di grammatica e qualche volta anche di parolacce"; ma "parte da un desiderio reale di parlare e METTE IN COMUNICAZIONE LA GENTE". Rappresenta "l'opportunità per l'azienda di lasciare esprimere il cliente, consentirgli di ribattere, farlo sentire in CONTATTO DIRETTO". SCOBLE ROBERT - ISRAEL SHEL
BUSINESS BLOG
Editore: IL SOLE 24 ORE
Pubblicazione: 05/2007
Numero di pagine: 310
Prezzo: € 26,00
Prezzo NicePrice: € 22,99
EAN: 9788883638367
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