Il titolo ricorda una vecchia canzone dei
CCCP, gruppo punk filo-sovietico degli anni '80, creatura di
Giovanni Lindo Ferretti e decennale band di culto per svariate generazioni di giovani "alternativi": "islam punk und punk islam", dicevano le parole, "a Istanbul sono a casa, corro di fianco al muro"... Il nuovo romanzo di
Michael Muhammad Knight non ha quasi niente da condividere con il ritmo sincopato della Band emiliano-berlinese, a parte il fascino misterioso e singolare di questa commistione apparentemente inconciliabile tra Punk ed Islam. L'autore stesso è certo un personaggio dalla storia originale: nato nel 1977 negli Stati Uniti d'America, si converte all'Islam all'età di quindici anni. Essenziale nella sua formazione la lettura dell'autobiografia di
Malcolm X e la musica rap dei
Public Enemy. Studia l'Islam nelle madrasse del Pakistan, ma abbandona il paese per unirsi alla
Jihad, la guerra santa in
Cecenia, combattendo nelle file degli indipendentisti contro l'esercito russo. Si definisce scrittore americano islamico progressista e contro l'Islam più integralista ha già pubblicato e diffuso in fotocopie due libri,
Where Mullhas Fear to tread e
Furious cock. Dal suo primo romanzo,
Islampunk, è nato un nuovo genere musicale specificamnete punk-islamico denominato
Taqwacore; la parola
Taqwacore è una contrazione dei termini
hardcore e
Taqwa, parola islamica che definisce la pietà divina (tra le band che s'ispirano a questo genere
The Kominas,
8-bit e
Vote Hezbollah).
Islampunk è un romanzo che combina un'istintiva irriverenza a una comicità essenziale e irresistibile: la vicenda è ambientata in una comune punk-islamica di
Buffalo, negli
Usa, popolata da personaggi stilizzati e emblematici del singolare universo dell'autore.
Umar, "musulmano punk votato all'astinenza da alcol, sesso promiscuo, tabacco e droghe";
Rabeya, "femminista radicale col burka";
Jehangir, "mistico sufi che fuma erba e suona la chitarra elettrica";
Muzammil, "che si batte contro l'omofobia dell'islam ortodosso": dalla curiosa chimica tra i personaggi ha origine un racconto vertiginoso e spiazzante, visto attraverso gli occhi dell'io narrante, uno studente d'Ingegneria di origini pakistane che alla vita nel campus preferisce quella nella comune. Il risultato è certamente una promettente opera prima che corrode numerosi luoghi comuni sulla cultura islamica, smentendo la presunta incomapibilità tra specificità culturali islamiche e controculture radicali e giovanilistiche di origine occidentale. Il cocktail ha un potenziale esplosivo e non mancherà di generare polemiche anche in Italia, dove
Muhammad Knight è pubblicato da
Newton & Compton.
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