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Il mondo è fatto per finire in un bel libro.

Stéphan Mallarmé
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
il rettilineo è una tortura - Viaggio in Vespa da Milano alla Sicilia in diretta su Radio DeejayUn anno da dimenticare, un amore andato male, lo stress del lavoro, un po’ di stanchezza,… e allora si parte.
Agosto 2006: quattro ragazzi trentenni, quattro vespe “d’annata”, la voglia di divertirsi insieme, e tanta semplicità.
Un progetto “zingarata”: da Corso San Gottardo a Milano fino a Palermo, con le amiche Vespe, ritoccate qua e là per l’occasione.
Ma non aspettatevi Easy Rider: ne Il rettilineo è una tortura non c’è trasgressione e ribellione. C’è l’estate e l’amicizia, l’amore per la mitica Vespa, e il senso di libertà che solo la vacanza in compagnia può dare. Se ribellione c’è, è ribellione dalla routine, dall’orologio, dal conformismo: meglio un sacco a pelo, e una notte in spiaggia, liberi di sognare.
Una storia normale di quattro ragazzi, un po’ spacconi e un po’ poeti, malati di moto e di amicizia. La loro è un’avventura di risate, corse in Vespa sulle provinciali d’Italia, incontri, gran bevute e tramonti che entrano nel cuore.
Il libro è il diario delle loro giornate sulle strade d’Italia, scritto in eguale misura da tutti ma come un’unica voce.
E con un patrocinio d’eccezione: basta un’email a radio Deejay, con la quale i quattro vespisti annunciano il loro piano, a incuriosire la redazione. E così le tappe del viaggio sono seguite con collegamenti quotidiani, e i quattro diventano pure famosi, con la gente che li ferma “siete voi quelli della radio?”.
Perché questi ragazzi ci sanno fare, sono brillanti, pieni di vita, davvero simpatici, e ad ogni tappa lasciano un nuovo amico, e anche qualche fan.
Un libro semplice, un diario di trentenni veri, che conoscono (ancora) il gusto di una bella risata, il piacere della bella musica, l’emozione davanti agli occhi di una ragazza, e la poesia di un tramonto siciliano.
Da leggere per prepararsi alle vacanze, anche se non si capisce nulla di motori: si impara qualcosa in più dell’Italia a bordo delle Vespe di Raffaele “Capobanco”, Mirko detto il Cele, Carlo e Nicola. Un paese che è fatto anche – per fortuna – di grandi ospitalità, di luoghi genuini, di bella natura e posti ancora da scoprire, una bella sfida all’italietta da pensione completa e rotocalchi sotto l’ombrellone.
Una ventata di vacanza, e di aria buona.

Autore: CORONA RAFFAELE; SONETTI MIRKO; NAHUM CARLO; INGEGNERI NICOLA
Titolo: RETTILINEO, UNA TORTURA. (IL)
VIAGGIO INVESPA DA MILANO ALLA SICILIA IN DIRETTA SU RADIO DEE JAY
Editore: FBE
Pubblicazione: 03/2007
Numero di pagine: 191
Prezzo: € 13,00
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Di Admin (del 03/06/2007 @ 07:03:32, in Eventi e Mostre, linkato 6692 volte)
concorso letterario "I paesaggi del vino"Villa Petriolo sorge sui morbidi e fertili rilievi collinari situati tra il Montalbano e il corso dell’Arno, nel Comune di Cerreto Guidi (FI). Nell’austera semplicità dei fronti l’edificio signorile mostra i caratteri peculiari dell’architettura di villa toscana del Tardo Rinascimento e rappresenta una preziosa e integra testimonianza dell’antico possedimento degli Alessandri, importante famiglia protagonista della vita politico-culturale fiorentina già dal XIV secolo. Attualmente l’area produttiva della tenuta, acquistata negli anni ’60 del Novecento dalla famiglia Maestrelli, si estende su 160 ettari, 14 dei quali coltivati a vigneto e 13 a uliveto. L’enologo della cantina è Federico Curtaz.

Da tempo Silvia Maestrelli, grazie a scelte e investimenti significativi e qualificanti, ha portato l’azienda di famiglia a diventare una realtà di produzione agricola di alta qualità; oggi, in linea con le più aggiornate tendenze che vedono le case vinicole impegnate nella ricerca di nuove forme di promozione e valorizzazione della loro attività, intende dare a Villa Petriolo un ulteriore valore aggiunto, come sede di un ambizioso progetto pluriennale di offerta e aggregazione culturale allargata, attraverso una collaborazione aperta con professionalità esterne al mondo produttivo e secondo l’ottica della contaminazione e della ricerca dell’eccellenza.

Enucleare in una ‘azione’ puntuale le molteplici valenze della poieutica del vino non è semplice, poiché molte sono le suggestioni e le implicazioni generate da tale tema, così importante per il mondo dell’agricoltura, ma anche per il paesaggio, il genius loci e più in generale per l’identità storica di un territorio. Nell’ambito di tale progetto, che intende esplorare in modo creativo ed interdisciplinare le connessioni e le interazioni possibili fra vino, arte, paesaggio, economia, marketing, storia e contemporaneità, il primo passo è stato individuato nell’istituzione del concorso letterario a partecipazione libera, nonché nell’organizzazione della sua prima edizione per l’anno 2007 incentrata sul tema “I Paesaggi del Vino”.

L’evento della premiazione si terrà il 28 giugno 2007 nei suggestivi ambienti della villa e della cantina e sarà caratterizzato dalla lettura teatrale delle opere vincitrici, con cena finale a tema “ Il rosso non è solo un colore...”, in onore dei vini prodotti da Villa Petriolo.

Per informazioni:

Villa Petriolo - 50050 Cerreto Guidi (FI) Italy - Tel. +39 0571 55284/ Fax. +39 0571 55081 - e-mail: silviamaestrelli@villapetriolo.com www.villapetriolo.com
Divinado il blog di Silvia Maestrelli
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Di Valeria Surico (del 04/06/2007 @ 06:59:14, in News, linkato 2989 volte)
Vi segnalo altro servizio molto interessante per gli amanti dei libri:
Literature Map
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Di Valeria Surico (del 05/06/2007 @ 07:23:29, in Libri di narrativa, linkato 6412 volte)
E' da poco uscito, Nido vuoto, l'ultimo libro di Alicia Giménez-Bartlett con la favolosa ispettrice Petra Delicado. Come sempre il libro è ben scritto e le prime pagine sono molto divertenti [il furto della borsa dell'ispettrice nel centro commerciale mentre Pedra fa pipì è un bel colpo..] ma nonostrante abbia letto tutti i suoi libri, non sono sicura che leggerò i prossimi ... un'amica mi dice che in spagna è partito il serial TV con Petra protagonista ... devo dire che me ne ero accorta!

Dalla quarta di copertina:

"Difficile immaginare Petra Delicado in un centro commerciale, «il solo luogo al mondo in cui tutto coesiste in insensata contiguità». Lei, che sembra trovare ordine e serenità, che sembra ricavare energia dai brulicanti paesaggi delle vecchie strade, che sembra orientare il suo intuito solo nella commedia umana dei quartieri cittadini. Come un Maigret cresciuto nell’orgoglio femminista, che ha bisogno di fiutare le case, le botteghe, le atmosfere. E infatti in un centro commerciale, mentre insolitamente fa provviste e depreca i tempi, le capita l’inaudito: «La mia Glock era sparita. Farsi rubare la pistola da una bambina, il colmo del ridicolo per un poliziotto». Così, questo nuovo caso per lei e per il fido vice Garzón, inizia nella maniera più banale, sulle tracce di una minuscola ladra di pistole di non più di otto anni. Che rapidamente però la conduce in uno dei soliti inferni, covanti sottotraccia, in cui, procedendo tra qualche cadavere e passi falsi, si immerge la sua inchiesta di strada. Percorsi che seguono, si direbbe, un contenuto latente e uno manifesto: essendo manifesto il fine di sconfiggere il crimine e i criminali (qui un disgustoso e pietoso caso di sfruttamento infantile); ma strisciando al di sotto, una, molto ironica e molto feroce, critica al conformismo sociale che rende più inquietante ogni delitto. Ed è questo incantevole incastro di elementi e registri diversi che ha fatto dei romanzi gialli di Alicia Giménez-Bartlett, e della sua dura detective, insieme all’immancabile vice, Fermín Garzón, un caso letterario seguito dalla critica e amato dai lettori. Il movimento realistico e scabro dell’indagine poliziesca; un dialogo da commedia di puro divertimento, soprattutto incardinato nei duetti con Garzón, un Sancho Panza di carattere e ideologia opposti al suo Don Chisciotte femmina; un gusto per la scena che si esprime nella innumerevole galleria di personaggi, maschere che affollano le quinte dell’intrigo criminale."

Tutti i libri di Alicia Giménez-Bartlett:


Giorno da cani
Messaggeri dell'oscurità
Morti di carta
Riti di morte
Serpenti nel Paradiso
Un bastimento carico di riso
Il caso del lituano
Una stanza tutta per gli altri
Vita sentimentale di un camionista
Segreta Penelope
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Di Valentina Muzzi (del 06/06/2007 @ 06:52:07, in Guide turistiche e viaggi, linkato 12762 volte)
La prima cosa che colpisce il visitatore che arriva a Parigi è il senso di splendore e magnificenza che regalano gli splendidi e imponenti palazzi, carichi di storia, che hanno ospitato tanti personaggi del nostro passato, diventati coi secoli quasi leggendari. Questa sensazione è ancora più accentuata di notte, quando la straordinaria illuminazione regala alla capitale francese quel suo fascino peculiare, così vivo e frizzante, che si specchia però nel lento languore dello scorrere della Senna.
Questi due aspetti di Parigi rendono la visita di questa città un misto di cultura e storia, grazie ai numerosi musei e ai magnifici monumenti, ma anche di piacevolezze frivole, come le pause nei tanti caffè o nelle tipiche brasserie, o lo shopping nelle vie più note ai cultori della moda e del design.
Se si procede nella visita della città risalendo la Senna, la prima cosa che ci si trova di fronte e l’imponente simbolo di Parigi, la Tour Eiffel, che da più di un secolo campeggia coi suoi 300 metri di altezza sulla città, lasciando sempre senza fiato anche il turista più scettico. Da non perdere a poca distanza, oltre al famoso Museo d’Orsay, con la sua struttura progettata dall’italiana Gae Aulenti e l’interno impedibile, in cui sono racchiusi inestimabili capolavori della produzione impressionista, anche il piccolo ma prezioso Museo di Rodin, nel cui giardino, tra le carnose rose e le siepi ordinate, compaiono opere di eccezionale forza espressiva, come il noto Pensatore, il gruppo del Conte Ugolino, o la famosa Porta dell’Inferno.
Passando sull’altra riva della Senna ci si può incamminare per la lunga passeggiata che porta dall’Arco di Trionfo, ai caotici e ormai quasi folcloristici Champs Elysèes, ai tranquilli e ombrosi giardini delle Tuileries, voluti dall’italiana regina di Francia Caterina de’ Medici, e dove ci si può concedere una pausa con una baguette e un bicchiere di buon vino, per poi proseguire fino al tempio sacro dell’arte, il Museo del Louvre, annunciato da lontano dalla grande piramide di vetro voluta da Francois Mitterand, assediato quotidianamente da migliaia di turisti.
Dopo una scorpacciata di arte si può pensare un po’ alle frivolezze, facendo una passeggiata in Foubourg Saint Honorè, lungo la quale scorrono una dopo l’altra le boutiques dei più noti stilisti di moda e gli stores più di tendenza, come il noto Colette. Per concedersi un vezzo da veri re o regine il posto giusto è Ladurèe, la pasticceria vicino alla Madeleine, che ha creato i dolci per il film Marie Antoniette di Sofia Coppola; deliziose tortine e zuccherosi e variopinti pasticcini da assaporare insieme a un buon the, per una merenda da sovrani!
Risalendo verso l’artistica e bohemien Montmartre si assapora la Parigi tardo ottocentesca, quella di artisti come Toulouse Lautrec, Renoir e Van Gogh, e di scrittori come Zolà, Balzac e Proust, vissuta tra un ballo al Moulin de la Galette e una serata al Moulin Rouge, le cui pale continuano a girare, fino a giungere al panorama mozzafiato che si gode dal Sacro Cuore. Per i buon gustai da non perdere un plateau de mer al Roi du coquillages in Place de Clichy, il miglior ristorante dove gustare ostriche e frutti di mare.
La parte di Parigi dell’Ile de la Citè e degli arrondissement sulle rive vicine è quella che conserva le vestigia più antiche della città, portatrici di quel gusto gotico che per secoli l’ha contraddistinta. Dall’imponente cattedrale di Notre Dame, che con le sue massicce torri troneggia sull’isola, alla vicina piccola isola di Saint Louis, veramente romantica. Da un lato della Senna si spiega il quartiere del Marais, in cui è doverosa una pausa nel cafè Les Philosophes, in rue Vieìlle du Temple 28, dove potrete degustare ottime insalate, come l’insalata del filosofi o quella dell’utopista. Sull’altra riva invece si dispiega il quartiere di Saint Germain; qui, tra una passeggiata dalla Sorbona al Panthèon, dove potrete ammirare il noto pendolo di Foucault, ispiratore dell’omonimo romanzo di Umberto Eco, e un salto nel passato rivoluzionario, con una visita alla Conciergerie, ultima “dimora” di Maria Antonietta, ma anche di Danton, prima di finire sulla ghigliottina.
Infine è quasi doveroso un bicchiere di pastis al famigerato Cafè de Flore, meta di ritrovo di scrittori e intellettuali quali Apollinaire e Sartre.
Salutiamo Parigi con un ultimo sguardo alla Senna, resa magica dalle mille luci, che illuminano la città e rendono la Tour Eiffel in lontananza sfavillante, e da un gruppo jazz che suona sulla riva, le cui note ci immergono per l’ultima volta nel sapore tipico della capitale francese.

Tutti gli indirizzi su:

PARIS. SHOPS & MORE

Autore: ANGEKLIKA TASCHEN
Editore: TASCHEN


PARIS. RESTAURANTS & MORE
Autore: ANGEKLIKA TASCHEN
Editore: TASCHEN
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Di Valeria Surico (del 07/06/2007 @ 07:21:53, in Libri di architettura e design, linkato 20003 volte)
Vi segnalo che da qualche settimana è arrivato in libreria una bellissima opera dedicata a Santiago Calatrava che raccoglie e racconta soprattutto con materiale fotografico il lavoro di questo grande architetto [in realtà è anche scultore e pittore e sostiene che l'architettura sia un combinare tutte le arti in una sola ].
Wikipedia:
"Lo stile unico, creativo di Calatrava combina una sorprendente concezione visuale dell'architettura all'interazione armoniosa con i rigidi principi dell'ingegneria; i suoi lavori spesso sono tratti dalle forme e dalle strutture che si trovano in natura. Il suo lavoro ha elevato il design di progetti di ingegneria civile a nuovi livelli."



JODIDIO PHILIP (ED.)
SANTIAGO CALATRAVA
COMPLETE WORKS 1970-2007
Editore: TASCHEN
Numero di pagine: 536
Prezzo: € 99,99


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Di Silvia Venuti (del 08/06/2007 @ 06:54:51, in Poesia, linkato 6077 volte)
Il 4 giugno 2007, la Fondazione D’Ars-Oscar Signorini onlus ha organizzato, con il Patrocinio del Comune di Milano e in collaborazione con la Libreria Internazionale Hoepli, l’incontro con il poeta Gilberto Finzi che ha presentato la recente raccolta Poetile, Nino Aragno Editore, 2006.
La voce profonda e intensa di Alessandro Quasimodo, attore e regista di chiara fama, ha fatto vibrare i versi di Gilberto Finzi di particolari risonanze emotive. Una poesia ardua, la sua, che si muove nell’ambito dell’ermetismo, della sperimentazione linguistica, del citazionismo. Da Salvatore Quasimodo ad Antonio Porta, sono attraversati tutti gli umori culturali e la ricerca poetica del Novecento con uno spirito particolarissimo: la sua lucida e acuta visione critica si trasmette, infatti, con una carica di forte indignazione e di sferzanti invettive. Alla polemica accesa, ironica e sarcastica è sottesa, sempre, una grande sofferenza che si fa, quindi, con grande consapevolezza etica, dolorosa testimonianza della dimensione storica, politica, civile e culturale: la violenta denuncia iconoclastica è espressa nella speranza di un cambiamento, nell’attesa di una trasformazione.
Contro una cultura mediocre, degradata, massificata, contro il protagonismo letterario, Gilberto Finzi, da sempre si ribella e rimanda a Giovenale, alla sua Musa iraconda. Così emblema della sua amara riflessione diventa l’espressione, ripresa da Salvatore Quasimodo: “La vita è una maceria”. Questa recente pubblicazione “Poetile” si propone, tuttavia, anche, su un piano di confronto con modalità liriche, che rendono evidente l’attraversamento di un sentire più tenero e delicato. L’opera è suddivisa in cinque parti: Nuove lune e ippogrifo, Haiku, Il mio di me, Satura, Per vizio estremo. Nella sezione degli Haiku, il poeta, lavorando, sempre rigorosamente, sulla forma della parola nella formula classica delle diciassette sillabe, cinque più sette più cinque, incontra, felicemente, la liricità dell’Oriente, con una particolare forza arsa e intellettuale.
Ottavio Rossani, giornalista del Corriere della Sera e poeta, nella sua introduzione, ha individuato proprio questo passaggio verso una maggiore attenzione al sentire come una sfida, del poeta, verso se stesso.
Gilberto Finzi, nato a Mantova, vive da decenni a Milano. Critico, letterario e d’arte, ha collaborato e collabora a vari giornali, dal “Corriere della Sera” ad “Avvenire”. Condirige, con Gio Ferri “Testuale”, rivista di ricerca critica sulla poesia contemporanea. E’ autore di numerosi interventi critici su scrittori contemporanei, da Pavese a Quasimodo, del quale ultimo ha curato, prefato e annotato l’opera omnia – Poesie e Discorsi sulla poesia – nei “Meridiani” Mondadori. Il suo lavoro critico è raccolto prevalentemente in Poesia in Italia – Montale, Novissimi, PostNovissimi, Mursia 1979 e Crepuscolo della scrittura, Mursia 1991. Ha pubblicato due romanzi; un “diario senza data” intitolato Le cose come sono, 2003, e recentemente una “favola politica” ispirata alla Repubblica di Platone, Il tarlo della libertà, 2004. Per la poesia i titoli più recenti sono: Morire di pace (autobiografia), Campanotto, 1992, prefazione di Giuliano Gramigna; Tre formule di desiderio, Spirali, 1981; L’oscura verdità del nero, Garzanti, 1987; Dèmone se vuoi, Book,1994; Poesie laghiste, Scheiwiller, 1997; Soldatino d’aria, Marsilio 2000. Nel 2003 la Fondazione Banca Agricola Mantovana ha pubblicato Gilberto Finzi, La ventura poetica 1953-2000, per celebrare l’attività letteraria del poeta nella collana delle biografie dei mantovani illustri.



Già il mio tempo sta per scadere -
la frase in sé non consente
nemmeno un ipèrbato, un semplice
spostamento come quello
da Freud colto nella sua rete
di sogni.
Gilberto Finzi, versi tratti da MiniVillonTestamento, Poetile, Aragno, 2006

FINZI GILBERTO
POETILE
Editore: ARAGNO
Pubblicazione: 11/2006
Numero di pagine: 72
Prezzo: € 13,00
ISBN: 8884192722
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Di Francesca Cingoli (del 11/06/2007 @ 07:10:34, in Libri di narrativa, linkato 14014 volte)
Un Capote adolescente, sensibile e solitario, parla dalle pagine de L’arpa d’erba, raccontando un episodio della sua vita: quando, orfano di madre, viene affidato a due sorelle zitelle, Verena e Dolly Talbo, in una grande casa sconquassata nella provincia americana. Siamo negli anni 40.
Dolly, che ama i dolci e si circonda di oggetti rosa, raccoglie erbe nel bosco e produce un farmaco contro la idropisia, con una ricetta segreta, memoria di un incontro con tre zingare: la sorella, alta, magra, arcigna e androgina, un po’ gelosa, vuole prendere in gestione l’attività, industrializzandola e sottraendola a Dolly.
Ne nasce una lite tra sorelle, il genere di lite che solo tra sorelle può degenerare fino alla spaccatura. In gioco c’è l’affermazione della propria personalità e della libertà.
E allora la fuga di Dolly, cappello di velluto e veletta “come quando si parte”, seguita dal giovane Capote. Con loro l’amica Catherine, che parla un linguaggio confuso, perché senza denti, unita a Dolly (Dollycara) da un amore totale. Hanno dolci, pollo, uvaspina e un mazzo di carte. Ma dove andare?
Li accoglie una casa sul sicomoro, un nido di innocenza e di sogno, dove combattere i prepotenti, immaginare un amore per Dolly – con il vecchio giudice Cool, personaggio struggente, saggio e poetico – e annusare gli odori del bosco.
Li raggiunge il giovane Riley Henderson, coetaneo di Capote, violento, un po’ smargiasso, cacciatore e donnaiolo, in verità capace di far emergere dolcezza, senso della giustizia e anche qualche sprazzo di sentimentalismo.
In molti li osteggiano, con brutalità e volgarità, incapaci di leggere l’umanità del piccolo gesto di protesta e libertà: altri li aiutano e sono personaggi caldi, veri e intensi, come la fornaia County, un donnone che regala abbracci bianchi e profumati di farina. Nel bosco risuona anche la dolcezza del suono di un violino, suonato per gli amici del sicomoro da Maude Riordan, la ragazzina segretamente amata da Capote, grandi occhi neri e capelli biondo platino, pallidi “come il mattino”.
Un racconto agreste, di nostalgia provinciale, delicato e umanissimo, che, attraverso la penna ironica di Capote, si illumina di tratti indimenticabili, efficaci perché vividi e sorprendentemente reali pur nell’atmosfera quasi fiabesca del bosco e dei suoi improbabili abitanti.
Dalla casa di legno sul sicomoro, L’arpa d’erba si nutre di dissapori familiari, amicizie e gelosie, amori e meschinità, giovani tradimenti e vecchie prepotenze. Sullo sfondo la collina e i campi di saggina, battuti dai venti dell’autunno che evocano il sapore di una musica umana, un’arpa di voci….”Senti? E’ l’arpa d’erba che racconta qualche storia. Conosce la storia di tutta la gente della collina, di tutta la gente che è vissuta, e quando saremo morti racconterà anche la nostra”. Basta saper ascoltare.

CAPOTE TRUMAN
ARPA D'ERBA (L')
GARZANTI LIBRI
Prezzo: € 5,90
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Di Marco Blardone (del 12/06/2007 @ 07:02:15, in Libri di narrativa, linkato 10000 volte)
Si respira Bologna nelle parole di Emidio Clementi e nel suo raccontarci La notte del Pratello.Ci si apre davanti una ragnatela di strade e di incroci di vite e di persone, che segue le vie principali della città che dalle due torri si dipanano a raggiera verso i viali, ideale linea di confine tra il centro e la periferia, e poi via via si addentra nelle stradine più marginali e sperdute e poi ancora più a fondo, va a rovistare, tra cunicoli e passaggi sotterranei, negli scantinati, nelle coscienze e tra gli scheletri e i fantasmi del passato che tutti noi nascondiamo dentro gli armadi.
A condurci nell’esplorazione di questo mondo sommerso, fatto di cose perennemente tenute lontane dai raggi del sole, sono Leo e Mimi: due ragazzi, ormai più neanche tanto giovani, a cavallo tra l’adolescenza e l’età adulta, che combattono una loro personalissima e incruenta battaglia contro l’ordine prestabilito e le regole del buon vivere civile.
Il teatro del loro incontro sarà il bar di Lele, “un posto dove per trovarsi non è necessario darsi appuntamento”, in Via del Pratello, che più che una via è una sorta di microcosmo che dà ospitalità a tutti gli sfollati, reduci e diseredati che non hanno saputo integrarsi con i meccanismi del mondo socialmente legittimato. Qui, stando seduti fuori dal bar a lasciarsi la vita passare davanti, Leo e Mimi, si imbatteranno in Zaccardi, un essere luciferino, più simile al topo di fogna che all’uomo, che ha accumulato una piccola fortuna lavorando da anni in nero sgomberando le cantine dei bolognesi e facendo il rigattiere, e cominceranno a collaborare con lui.
Il lavoro, oltre ad essere uno strumento per continuare a prolungare la loro condizione di esistenza precaria ai margini della legalità, sarà anche un’occasione per esplorare da vicino le zone basse della coscienza e toccare con mano quella dimensione della vita che sa forte l’odore di decadenza, di muffa e di marcio, provando a strappare almeno un’unghia di terreno alla disperazione e alla morte.
La lingua con cui ci vengono raccontate le vicende è però capace di attraversare i terreni bui e con il soffitto basso dove ha luogo la battaglia senza lasciarsi incupire, e anzi restituendoci con leggerezza e ironia tutta la bellezza di questi personaggi, per necessità perdenti, ma al contempo così pieni di poesia e di dignità.
Le pressioni dal mondo esterno si faranno sempre più pesanti, cominciando ad aprire brecce anche al Pratello che Leo, Mimi, Zaccardi e la fitta schiera degli altri personaggi che Clementi ci descrive in maniera a tratti esilarante, avevano eretto come loro estremo baluardo. Cederanno per prima i numeri civici più periferici, vedendo la comparsa delle prime insegne e targhe di professionisti, avvocati, dentisti e ingegneri, e poi via via l’invasione si avvicinerà sempre più al cuore di quel fragile universo parallelo, tutto raccolto in una strada tra osterie e case occupate. Da qui l’idea di una colossale festa che in un caldo sabato di giugno darà vita, appunto, alla “notte del Pratello”. E saranno balli, schiamazzi, musica e bevute, per poi lasciarci all’alba, insieme alle ultime avventure di questo pittoresco gruppo di eroi-antieroi, anche l’eco di una voce forte che in maniera innocente e piena di fascino ha saputo raccontarci una storia di trasognata iniziazione alla vita.

CLEMENTI EMIDIO
NOTTE DEL PRATELLO (LA)
Editore: FAZI
Prezzo: € 9,00
ISBN: 8881125749
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Di Valeria Surico (del 13/06/2007 @ 06:54:05, in Libri di narrativa, linkato 19459 volte)
4 personaggi emozionanti e intensissimi, Camille, Franck, Paulette e Philibert si trovano a condividere al loro vita nonostante tutto alla ricerca di un equilibrio e di una felicità possibile ... nonostrante tutto, appunto.
Bellissimo romanzo della scrittirice francese, Anna Gavalda che ti fa innamorare di Camille per la sua purezza, la sua umanità e il suo talento artistico, di Franck per la sua dolcezza sotto la corazza da duro, di Philibert per la sua aristocratica generosità e di Paulette perchè è la nonnina che tutto avremmo voluto avere.
Da leggere.

Note di Copertina

Una grande città. Quattro solitudini urbane, quattro destini diversi che s'incrociano e si allacciano sotto il cielo frenetico della metropoli. Sono quattro anime pure, quattro esistenze ammaccate: Camille, angelica artista perduta; Philibert, generoso e goffo aristocratico; Franck, cuoco spavaldo ma dal cuore tenero e sua nonna, la straordinaria Paulette, a cui gli anni e le dolorose esperienze non hanno tolto la capacità di saper leggere dentro agli altri. Per caso, per scelta o per fortuna, i quattro piccoli eroi quotidiani di Anna Gavalda litigano, si consolano, si amano, vivono insieme. E basta. Su questo gruppo colorito l'autrice appunta il suo sguardo sensibile, tratteggiando con penna lieve e partecipe gli slanci e le incertezze, la tenerezza e la sofferenza di un indimenticabile quartetto che sembra uscire dalla pagina per tenderci la mano.

"L'autrice tiene saldamente le redini della storia. Ci si emoziona e si ride grazie a uno humour irresistibile." (Elle)

"Da dove nasce il fascino di questo romanzo? Dall'idea che la felicità è possibile, a condizione di accettarla." (L'Express)

"Scrittrici e scrittori [...] indossando i panni dell'anonima quotidianità [...] si pongono come mediatori tra l'incommensurabile mistero dell'universo e i piccoli misteri dell'esistenza. Appunto come Anna Gavalda." (Corriere della Sera)

"E' riuscita a conquistare il pubblico francese imponendosi come la migliore narratrice della sua generazione." (la Repubblica)

"La sua scrittura è capace di mettere a nudo la quotidianetà e i sentimenti, di catturare la fragilità umana e l'eroismo dei piccoli gesti." (Flair)


GAVALDA ANNA
INSIEME, E BASTA
Editore: FRASSINELLI
Pubblicazione: 10/2005
Numero di pagine: 555
Prezzo: € 9,20
ISBN: 8882749266
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