Il 4 giugno 2007, la
Fondazione D’Ars-Oscar Signorini onlus ha organizzato, con il Patrocinio del
Comune di Milano e in collaborazione con la
Libreria Internazionale Hoepli, l’incontro con il poeta
Gilberto Finzi che ha presentato la recente raccolta Poetile, Nino Aragno Editore, 2006.
La voce profonda e intensa di Alessandro Quasimodo, attore e regista di chiara fama, ha fatto vibrare i versi di Gilberto Finzi di particolari risonanze emotive. Una poesia ardua, la sua, che si muove nell’ambito dell’ermetismo, della sperimentazione linguistica, del citazionismo. Da Salvatore Quasimodo ad Antonio Porta, sono attraversati tutti gli umori culturali e la ricerca poetica del Novecento con uno spirito particolarissimo: la sua lucida e acuta visione critica si trasmette, infatti, con una carica di forte indignazione e di sferzanti invettive. Alla polemica accesa, ironica e sarcastica è sottesa, sempre, una grande sofferenza che si fa, quindi, con grande consapevolezza etica, dolorosa testimonianza della dimensione storica, politica, civile e culturale: la violenta denuncia iconoclastica è espressa nella speranza di un cambiamento, nell’attesa di una trasformazione.
Contro una cultura mediocre, degradata, massificata, contro il protagonismo letterario, Gilberto Finzi, da sempre si ribella e rimanda a Giovenale, alla sua Musa iraconda. Così emblema della sua amara riflessione diventa l’espressione, ripresa da Salvatore Quasimodo: “La vita è una maceria”. Questa recente pubblicazione “Poetile” si propone, tuttavia, anche, su un piano di confronto con modalità liriche, che rendono evidente l’attraversamento di un sentire più tenero e delicato. L’opera è suddivisa in cinque parti: Nuove lune e ippogrifo, Haiku, Il mio di me, Satura, Per vizio estremo. Nella sezione degli Haiku, il poeta, lavorando, sempre rigorosamente, sulla forma della parola nella formula classica delle diciassette sillabe, cinque più sette più cinque, incontra, felicemente, la liricità dell’Oriente, con una particolare forza arsa e intellettuale.
Ottavio Rossani, giornalista del Corriere della Sera e poeta, nella sua introduzione, ha individuato proprio questo passaggio verso una maggiore attenzione al sentire come una sfida, del poeta, verso se stesso.
Gilberto Finzi, nato a Mantova, vive da decenni a Milano. Critico, letterario e d’arte, ha collaborato e collabora a vari giornali, dal “Corriere della Sera” ad “Avvenire”. Condirige, con Gio Ferri “Testuale”, rivista di ricerca critica sulla poesia contemporanea. E’ autore di numerosi interventi critici su scrittori contemporanei, da Pavese a Quasimodo, del quale ultimo ha curato, prefato e annotato l’opera omnia – Poesie e Discorsi sulla poesia – nei “Meridiani” Mondadori. Il suo lavoro critico è raccolto prevalentemente in Poesia in Italia – Montale, Novissimi, PostNovissimi, Mursia 1979 e Crepuscolo della scrittura, Mursia 1991. Ha pubblicato due romanzi; un “diario senza data” intitolato Le cose come sono, 2003, e recentemente una “favola politica” ispirata alla Repubblica di Platone, Il tarlo della libertà, 2004. Per la poesia i titoli più recenti sono: Morire di pace (autobiografia), Campanotto, 1992, prefazione di Giuliano Gramigna; Tre formule di desiderio, Spirali, 1981; L’oscura verdità del nero, Garzanti, 1987; Dèmone se vuoi, Book,1994; Poesie laghiste, Scheiwiller, 1997; Soldatino d’aria, Marsilio 2000. Nel 2003 la Fondazione Banca Agricola Mantovana ha pubblicato Gilberto Finzi, La ventura poetica 1953-2000, per celebrare l’attività letteraria del poeta nella collana delle biografie dei mantovani illustri.
Già il mio tempo sta per scadere -
la frase in sé non consente
nemmeno un ipèrbato, un semplice
spostamento come quello
da Freud colto nella sua rete
di sogni.
Gilberto Finzi, versi tratti da MiniVillonTestamento, Poetile, Aragno, 2006
FINZI GILBERTO
POETILE
Editore: ARAGNO
Pubblicazione: 11/2006
Numero di pagine: 72
Prezzo: € 13,00
ISBN: 8884192722
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