Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
In occasione del ventennale della casa editrice Iperborea il 3 maggio alle ore 18:30 presso la sala conferenze delle Libreria HOEPLI verrà presentato il libro: PERDUTO IL PARADISO di CEES NOOTEBOOM Introduce Fulvio Ferrari
Una sera d'estate a Sào Paulo in Brasile una donna esce fare un giro in macchina e si ritrova in Australia, coricata a canto a un uomo che dorme. È così che Alma sceglie di racontarsi i fatti per esorcizzare il ricordo di quella terribile notte in cui si è allontanata dalla sua casa nel ricco quartiere Jardins lasciandosi attirare nell'infernale favela di Paraìsoolis, dove viene umiliata e violentata. È in Australia che spei di trovare la guarigione, la riconciliazione con se stessa e cc la vita, in quella terra promessa dell'infanzia che va a cercai con l'amica Almut, nell'illusione che esista ancora quel modo intatto di un'esistenza immutabile fuori dal tempo, il paese degli Aborigeni, del tempo del sogno, dei canti, dei deserti dai nomi come incantesimi. Ma se il vento devastante del storia ha ridotto in macerie anche quel paradiso, forse qualcosa è rimasto in quegli spazi e in quei silenzi dove il sovrannaturale è di casa: è lì, a Perth, dov'è invitato a un festival letterario, che Erik Zondag, disincantato intellettuale olandese in perenne erranza esistenziale, incontrerà Alma tramutai in angelo per una caccia al tesoro in omaggio a Milton e suo Paradiso perduto. Un'apparizione fuggevole e sconvolgente come un'annunciazione, l'incontro con una possibili di armonia, di bellezza e di appartenenza all'esistere che resta l'inappagabile nostalgia dell'anima. Racchiuso tra un prologo in cielo, in aereo, e un epilogo in terra, in treno, sotti non-luoghi da cui l'autore guarda la sua creazione, il romanzo è una meditazione leggera e alta come un volo d'angel che spazia tra i continenti e le più profonde aspirazioni umane: se la perdita è la cifra dell'esperienza, non sta proprio l'essenza della vita, e della scrittura? Non in quell'Eden a cui siamo stati ineluttabilmente cacciati, ma, come nei ver finali del poema di Milton posti a conclusione del romanzi in quel cammino solitario a passi lenti e incerti con cui Ad mo ed Eva si avviano mano nella mano verso il mondo. Dall'anticipazione: Alma e Almut, due ragazze brasiliane di origine tedesca, coltivano un sogno segreto: andare un giorno in Australia, addentrarsi nell’immenso deserto costellato di simboli misteriosi e di luoghi sacri, immergersi nell’enigmatica e affascinante cultura aborigena. Il sogno diventa progetto, salvezza, via di guarigione quando Alma, una notte, capita casualmente nella favela di Paraisópolis e subisce una violenza di gruppo. In fuga da quell’inferno che porta il nome del Paradiso, in fuga dall’esistenza ordinata e borghese del suo quartiere, Jardins, Alma e Almut vanno alla ricerca dell’Eden, del mondo primordiale e carico di senso che si nasconde nel cuore dell’Australia. Ma anche quel paradiso è perduto, una barriera di parole, concetti, immagini, separa il “tempo del sogno” dall’esperienza quotidiana dell’uomo e della donna occidentale. Quasi come un simbolo, una manifestazione visibile di questa distanza incolmabile, un giovane pittore aborigeno accoglie Alma nell’intimità del suo corpo, senza però concederle mai di accedere alla sua interiorità, al suo linguaggio segreto. Ad Alma non resta dunque che farsi angelo lei stessa, seppure in modo piuttosto sorprendente e non convenzionale, e portare nel mondo la luminosità di un’esistenza diversa e più intensa. Romanzo leggero, veloce, e tuttavia denso di riflessione, Il perduto Paradiso intreccia intorno alla figura della protagonista le vicende di persone tra loro distantissime nello spazio e nell’anima, stendendo un reticolo di allusive coincidenze e di racconti sull’intero globo terrestre. Ma, forse, tutto questo non è che la tela illusoria intessuta dal sibillino narratore del prologo e dell’epilogo, osservatore e inventore che apre e chiude il romanzo in un gioco di fantasie e di rimandi, variando il tema dettato, secoli fa, dal maestro Milton. LEGGI LE PRIME PAGINE DEL LIBRO
Da dove partire per raccontare questa ventesima edizione della Fiera del Libro, giunta al termine di un anno in cui Torino, insieme a Roma, è assurta al ruolo di capitale mondiale del libro? Sicuramente dalla varia umanità che ne ha popolato i padiglioni, dai bambini che hanno affollato lo stand del Battello a Vapore, scatenati "fan" del topo investigatore Geronimo Stilton, dagli intellettuali incravattati che, muniti di monocolo, hanno considerato con atteggiamento clinico le edizioni più ambite da generazioni di bibliofili, passando per le migliaia di ragazzi che hanno frequentato lo spazio dedicato al fumetto. Passeggiare per i "viali del libro" significa non tanto confrontarsi con i grandi nomi dell'editoria italiana, quanto imparare a conoscere piccole realtà che, prive di distribuzione davvero capillare, affrontano con coraggio la ribalta nazionale. Le parole di Denis Guedj, autore di Zero o le cinque vite di Aemer, presente in fiera per la presentazione del suo libro, sembrano avere una particolare forza di penetrazione: talvolta "i fallimenti diventano opportunità". Niente di più vero per una realtà italiana che negli anni si è conquistata un posto di rilievo nel panorama internazionale dell'editoria, una manifestazione che ha saputo attirare l'attenzione dei media d'oltreconfine. La vitalità della scena nazionale, al di là dei problemi strutturali dell'industria del libro, può essere ben rappresentata dal successo di un'iniziativa che da vent'anni è un punto di riferimento per appassionati e addetti ai lavori. Il discorso inaugurale di Umberto Eco ha cercato di toccare le corde più sensibili dell'animo dei bibliofili, stimolandone, per così dire, il senso d'appartenenza, una ritualità di gesti e passioni che fanno in fondo il senso di un mondo che in genere poco sa celebrarsi. I tomi polverosi mal s'adattano alla società dello spettacolo, e malgrado gli autori più noti siano ormai trattati alla stregua di Pop Star, il palcosenico del libro sembra ancora più adatto a guitti silenziosi, invisibili operai della parola scritta.
In occasione del ventennale della casa editrice Iperborea il 17 maggio alle ore 18:30 presso la sala conferenze delle Libreria HOEPLI verrà presentato il libro: BISOGNO DI LIBERTA di BJORN LARSSON Introduce Paolo LodigianiPer la prima volta e con il ritmo serrato e avvincente che lo ha tanto fatto amare Larsson risponde alle domande sulla sua vita e “il suo mare” che ogni grande lettore vorrebbe porgli. Sì perché per lui il BISOGNO, o, meglio, il SOGNO di libertà è la vita stessa, i racconti delle avventure per mare che lo hanno formato, ma anche l’infanzia, la triste scomparsa del padre, proprio in mare, i grandi amori della sua vita, l'adorata figlia Cathrine. Il nuovo atteso libro di Larsson, autobiografia ma non solo, è una sorprendente traversata per il mare burrascoso, sereno, imprevedibile della vita.
Associazione L.e.s.presenta presso la Libreria Internazionale Hoepli: GRAN BALLO DELLA VITA 2007lunedi 28 maggio 2007 ore 17,30sino al sabato 16 giugno 2007 Orario: lunedi - Sabato 10,00 - 19,30 Prendendo spunto dal titolo del libro di Jacques Prevert Gran Ballo di Primavera viene proposta anche per il 2007 in questa prestigiosa libreria nel centro di Milano, una serie di immagini fotografiche realizzate durante i corsi condotti da Gianluigi di Napoli promossi dall'associazione L.e.s. di Piazza Sant’Agostino 1 a Milano nell'ambito del programma annuale dei Corsi per il tempo libero col patrocinio del Comune di Milano - Settore Educazione. Le fotografie rappresentano un momento in cui il desiderio di esprimersi ha acquisito i primi elementi sintattici che permettono di costruire un'immagine. Emerge così la fresca autentica personalità di ciascun allievo, ancora non intaccata dalla malizia di una lunga esperienza con la pratica della fotografia.
Villa Petriolo sorge sui morbidi e fertili rilievi collinari situati tra il Montalbano e il corso dell’Arno, nel Comune di Cerreto Guidi (FI). Nell’austera semplicità dei fronti l’edificio signorile mostra i caratteri peculiari dell’architettura di villa toscana del Tardo Rinascimento e rappresenta una preziosa e integra testimonianza dell’antico possedimento degli Alessandri, importante famiglia protagonista della vita politico-culturale fiorentina già dal XIV secolo. Attualmente l’area produttiva della tenuta, acquistata negli anni ’60 del Novecento dalla famiglia Maestrelli, si estende su 160 ettari, 14 dei quali coltivati a vigneto e 13 a uliveto. L’enologo della cantina è Federico Curtaz. Da tempo Silvia Maestrelli, grazie a scelte e investimenti significativi e qualificanti, ha portato l’azienda di famiglia a diventare una realtà di produzione agricola di alta qualità; oggi, in linea con le più aggiornate tendenze che vedono le case vinicole impegnate nella ricerca di nuove forme di promozione e valorizzazione della loro attività, intende dare a Villa Petriolo un ulteriore valore aggiunto, come sede di un ambizioso progetto pluriennale di offerta e aggregazione culturale allargata, attraverso una collaborazione aperta con professionalità esterne al mondo produttivo e secondo l’ottica della contaminazione e della ricerca dell’eccellenza. Enucleare in una ‘azione’ puntuale le molteplici valenze della poieutica del vino non è semplice, poiché molte sono le suggestioni e le implicazioni generate da tale tema, così importante per il mondo dell’agricoltura, ma anche per il paesaggio, il genius loci e più in generale per l’identità storica di un territorio. Nell’ambito di tale progetto, che intende esplorare in modo creativo ed interdisciplinare le connessioni e le interazioni possibili fra vino, arte, paesaggio, economia, marketing, storia e contemporaneità, il primo passo è stato individuato nell’istituzione del concorso letterario a partecipazione libera, nonché nell’organizzazione della sua prima edizione per l’anno 2007 incentrata sul tema “ I Paesaggi del Vino”. L’evento della premiazione si terrà il 28 giugno 2007 nei suggestivi ambienti della villa e della cantina e sarà caratterizzato dalla lettura teatrale delle opere vincitrici, con cena finale a tema “ Il rosso non è solo un colore...”, in onore dei vini prodotti da Villa Petriolo. Per informazioni: Villa Petriolo - 50050 Cerreto Guidi (FI) Italy - Tel. +39 0571 55284/ Fax. +39 0571 55081 - e-mail: silviamaestrelli@villapetriolo.com www.villapetriolo.comDivinado il blog di Silvia Maestrelli
|