Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di
primo acchito, quando si prende in mano questo libro, per via del suo
formato e dell'immagine di copertina (due kitchissimi barboncini francesi
in ceramica), sembra proprio trattarsi di ciò che il titolo
declama: il catalogo di una casa d'asta. Ed anche sfogliandolo
velocemente, facendo scorrere lo sguardo sulle immagini in bianco e nero
raffiguranti capi d'abbigliamento, vasellame, cappelli, cds, cartoline, il
tutto corredato da una didascalia e da un prezzo in dollari, quella prima
impressione trova un'ennesima conferma. Solo una volta tolto il velo
di Maya, dopo aver letto quindi, le prime spiegazioni in calce alle foto
raffiguranti quegli oggetti, scopriamo che ciò che ci accingiamo a leggere non
è un catalogo, bensì una vera e propria storia con tanto di protagonisti e
trama articolata.
Il
biglietto di invito ad una festa in maschera, la foto di una ragazza, il
contenuto di un beauty case, i messaggi ardenti scambiati su un biglietto del
teatro, ci fanno conoscere a poco a poco i due protagonisti di una vicenda
d'amore. Horold Morris è un fotografo freelance giramondo e Lenore Doolan, che
ha dieci anni meno di lui, scrive articoli di cucina per note riviste
americane. La loro storia d'amore e le motivazioni del suo amaro epilogo
emergono dai manufatti prima accumulati nel tempo e poi messi
all'asta. Nello svelare carattere e manie dei due personaggi
attraverso gli oggetti che hanno arredato anni importanti della loro
vita insieme, è possibile provare una certa empatia con l'atmosfera di
quotidiana intimità che si sviluppa pagina dopo pagina, "lotto dopo
lotto". Non è un romanzo vero e proprio. Non è una graphic novel né un
catalogo fotografico: si tratta di un esperimento narrativo senza precedenti
che apre a nuove posssibilità espressive senza per questo essere un ibrido
inefficace anzi, è un linguaggio in cui è facile riconoscere la nostra
stessa voce. E se negli anni 90 la cineasta Rose Troche donava al mondo
“la sicurezza degli oggetti”, film incompreso che fa riflettere sulle dinamiche
sociali negativamente influenzate dall'attaccamento alla possessione degli
oggetti, con la Shapton siamo ad una rivalutazione del nostro affezionarci
alle “cose” che si impregnano delle nostre vite e
tratteggiano le nostre storie.
|