Attraverso Le avventure di Sebastian Dangerfield,
J.P. Donleavy ci racconta con
Ginger Man lo sbandamento di un uomo, e di una generazione, nell’Irlanda povera del dopoguerra.
Sebastian è un giovane americano, a Dublino per studiare giurisprudenza al Trinity College, cosa che non farà mai.
Vero mascalzone, di quelli che appartengono a qualsiasi età e paese, Sebastian se ne infischia delle responsabilità, della moglie e della figlia piccola: perennemente ubriaco, raccatta soldi dove capita, passa le sue giornate tra i pub e i marciapiedi di Dublino, scazzottando appena può e seducendo senza ritegno qualsiasi donna gli capiti a tiro.
Egoista, perditempo, oltraggioso ma disgraziatamente affascinante e carismatico, è un’antieroe al tempo stesso comico e disperato, che rifugge con metodo la quotidianità della vita comune.
Il suo vittimismo è esilarante: impotente di fronte ai debiti e alla propria inconcludenza, che gli preclude tutti i lussi ai quali si sente destinato, Sebastian è capace di incolpare il mondo della sua sfortuna, e inveisce contro tutto e contro tutti, con violenza e con ironia, e anche con il fascino del suo perfetto accento aristocratico.
Talvolta, però, il corso della sua degradazione si interrompe, e Sebastian regala per un attimo tocchi di poesia, sentimentalismi rivolti al cielo, per invocare un risvolto di fortuna, ma per lo più usati come strumento di seduzione per le sue avventure, sempre senza rimorso. E la corsa per Dublino riprende, con un’alzata di spalle e una bevuta.
Quella di
J.P. Donleavy è una narrazione che incalza, una prosa senza regole, che alterna continuamente e inaspettatamente la prima e la terza persona, con un risultato che sorprende ad ogni pagina.
Pubblicato nel 1955 e subito censurato perché giudicato osceno e pornografico,
Ginger Man è una felice riproposta di Neri Pozza nella nuova collana Bloom.
Il titolo prende origine dal racconto per bambini
The Gingerbread Man, che recita:
"Run, run, as fast as you can;
you can't catch me I'm the gingerbread man."
Perfetto per Sebastian, che nel libro fugge continuamente, dai creditori, dalla polizia, dalle donne sedotte e abbandonate, da se stesso e dal mondo.
Ginger Man ci regala il magnifico ritratto del vero furfante, che finisce per risultare al lettore irresistibilmente simpatico, e difficile da dimenticare.
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