Margaret Lea è una giovane libraria di Cambridge, che conduce una vita quieta e colta, divisa tra l’attività della sua libreria antiquaria e la passione per le biografie letterarie. Un giorno Margaret riceve una strana lettera che, senza troppe spiegazioni, la convoca nella residenza della più grande scrittrice d’Inghilterra, Vida Winter.
Personaggio affascinante circondata da tanti misteri, la Winter, ormai al termine dei suoi giorni, vuole svelare tutti i segreti del suo passato, e ha scelto la giovane e inesperta Margaret come sua biografa; solo a lei racconterà la verità sulla sua vita.
Margaret è perplessa dell’incarico per il quale non si sente all’altezza, ma, affascinata dal carisma della scrittrice, e dal gusto del mistero, si trasferisce nella bella casa dell’anziana signora, nel mezzo della brughiera dello Yorkshire, e qui, ogni mattina alle 9, nella calda biblioteca, ne ascolta i lunghi e sofferti racconti.
Affiorano così, nel corso di questi incontri, tutti gli episodi, fino allora sepolti nel profondo della memoria, dell’esistenza della Winter e della sua complessa famiglia, segnata da tragedie e scomparse, dolori e storie d’amore, con sullo sfondo una splendida magione di campagna con giardino segreto annesso.
I racconti stregano la fantasia di Margaret, ansiosa di scoprire la verità sulla reale identità della donna, e sull’esistenza del tredicesimo racconto da lei mai pubblicato, e tenuto nascosto. Man mano che la storia si infittisce, e il mistero si complica, Margaret si lega in un sentimento di profonda amicizia e compassione all’anziana, e spigolosa, narratrice. Margaret e Vida sono due donne diversissime che si fronteggiano, unite – si scoprirà leggendo - da più di un segreto, e da tanti fantasmi del passato.
Tanto pathos, e una misurata introspezione, sono alla base di questo romanzo al femminile: su tutto spicca la fascinosa e struggente figura di Vida Winter, un tempo bellissima creatura dagli occhi color smeraldo, ormai debole e sofferente spettro, cui rimangono intatti solo lo sguardo magnetico e penetrante, e l’elegantissimo e regale trucco viola.
La tredicesima storia è nel complesso un bel romanzone che si gusta con piacere, con tanti misteri e qualche ben congeniato colpo di scena, che arriva a scomodare i tratti di Jane Austen e delle sorelle Brontë, ammiccando qua e là agli spettri di Henry James.
Nel verde – e nella nebbia - dello Yorkshire, tra il profumo dell’erba bagnata e quello della cioccolata calda fumante,
Diane Setterfield racconta una storia di grande suggestione e mistero, che alterna le atmosfere dei grandi capolavori ottocenteschi coi guizzi dei più attuali thriller letterari.
Assolutamente da leggere in un bel pomeriggio di vacanza con the e torta allo zenzero.
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