Ricorre quest'anno il ventennale del
1977, il sulfureo anno della contestazione radicale, della violenza, degli scontri di piazza, ma anche dell'anelito giovanile verso una società meno rigida, non più divisa nei compartimenti stagni della classi, ma finalmente aperta al nuovo che avanza:
P38 o idealismo,
HAZETH 36 o creatività? Si moltiplicano gli incontri, gli eventi culturali e artistici dedicati a questi
365 giorni ormai entrati nella storia del nostro paese: naturalmente anche l'industria libraria si mobilita per ricordare e rappresentare le passioni, gli amori e gli odi che hanno segnato questo '68 disilluso, violento e nichilista nell'anima, tenero nella sua vocazione al martirio. Qualche mese fa è stato
Massimo Grispigni, archivista, storico e studioso dei movimenti sociali, a tentare una ricostruzione del
1977 in un libro pubblicato da
Manifestolibri. Si tratta di una ricostruzione puntuale e non priva di spunti critici degli avvenimenti che hanno segnato il
1977, dalle occupazioni universitarie alla cacciata di Lama dall'università di Roma, passando per i violenti scontri di piazza, le manifestazioni, le strade di Bologna occupate dai blindati.
Manca forse un po' di anima a questa cronistoria che a tratti appare fredda e priva di mordente; utile soprattutto per chi volesse avvicinarsi allo studio del movimento settantasettino e intendesse imparare a conoscerne i tratti salienti. Maggiore pathos ha certamente il racconto di
Lucia Annunziata, nota giornalista e attualmente editorialista della "Stampa": il suo
1977 ha il merito certamente di avvicinarsi alla tematica con un piglio da cronista, avvicinandoci agli eventi da un'ottica, per così dire, interna. Non mancano certamente le cadute di tono e le digressioni documentaristiche, ma ci colpiscono i passaggi in cui sembra di udire il tonfo secco dei cannoni spara lacrimogeni della polizia, di vedere la fuga disordinata dei manifestanti e di sentire l'odore acre che lentamente avvolge la città.