L'insolente
incipit di questa guida, ne testimonia il carattere "altro" rispetto alla stragrande maggioranza dei comuni libelli turistici: "
gli stati di Praga sono tre: solido, gassoso e liquido. Il primo è una fila di figure gotiche, barocche, liberty. Il secondo sono sciami di esistenze che, bisbigliando del passato, cianciano anche di futuro. Lo stato liquido è il più insolente: volgarmente è chiamato birra". E' forse l'anima di questa città ad ispirare l'autore
Alessandro Ruggera, italiano per lungo tempo residente nella capitale ceca, nello scegliere per il suo racconto di
Praga l'esoterica, un registro linguistico quasi aulico, certo molto distante e insolito per un pamphlet che dovrebbe adattarsi alle esigenze del turismo di massa. Incuriositi ci addentriamo nella lettura, mentre percorriamo i vicoli di
Stare Mesto (la magnifica città vecchia), e scopriamo in un angolo di
Staromestke Namestì l'effigie di
Franz Kafka, sorretti da una descrizione surreale, straordinariamente intonata all'atmosfera della città. Leggiamo di alchimisti e della sfarzosa corte di Rodolfo d'Asburgo, mentre commossi attraversiamo il
Ponte Carlo fino a giungere a
Mala Strana, il quartiere piccolo amato dagli artisti, adagiato languidamente sulla
Moldava e guatato dall'alto dall'onnipresente
Castello. Emozionati scorgiamo l'isola di
Kampa, con il
muro di Lennon affrescato da legioni di giovani in cerca di libertà o trasgressione, all'epoca del governo comunista; e ci fermiamo a discorrere di politica davanti a una buona
pivo (birra) praghese, ai tavolini in legno di una
Pivovar, mentre attorno si scatena la malinconica allegria di una città troppe volte martire, troppe volte risorta.
Qual'è il segreto di questo oscillante zigzare per le strade in ciottolato, mentre il nostro anfitrione letterario ci guida fino alla ripida salita della
Vlasska, sù fino alla verdeggiante
collina di Petrin? Forse potremmo scoprirlo discendendo da
Hradcany, il quartiere del Castello, fino al simbolo di
Praga, l'onnipresente e minaccioso
Hrad cui i secoli non hanno rubato la magnificenza: la reverenza da cui è colto il viandante, è forse la stessa che nel seicento soffrivano le schiere di aspiranti cortigiani, nel presentarsi al cospetto del grande Rodolfo e della sua maestosa residenza? La nostra guida non dà soluzioni, non indica locali alla moda e non ci informa sugli orari di visita dei monumenti: al contrario semina dubbi e sembra inseguirci in questo curioso bighellonare, quasi fosse un'appendice della città misterica per eccellenza, cuore nei secoli della magia bianca e di quella nera,
l'eterna Praga, l'esoterica.