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I Giardini di Kensington - Rodrigo Fresán
Di Francesca Cingoli (del 13/12/2006 @ 11:37:21, in Libri di narrativa, linkato 14940 volte)
Ho acquistato I Giardini di Kensington di Rodrigo Fresán credendo di immergermi in una di quelle belle storie inglesi di ambientazione vittoriana e ho scoperto un libro completamente diverso, di grande potenza creativa, geniale, moderno e inatteso.
La copertina recita: Fresán è un Borges “pop” e questa è la migliore definizione di un libro che inizialmente sconcerta, ma poi emoziona, commuove e stupisce.

Le storie di J.M.Barrie, creatore di Peter Pan, piccolo insignificante uomo capace di grandi fantasie, e di Peter Hook, voce narrante, autore di libri per l’infanzia, cresciuto tra Beatles, albori hippies, allucinogeni e Peter-mania, si incontrano, si fondono in un tutt’uno, fino a confondersi, nello stesso destino di creatività, inventiva e solitudine.
La narrazione si sviluppa come un viaggio psichedelico e a tratti allucinato attraverso il ricordo di Peter Pan, la vita di Barrie e dei veri Peter, i fratellini Llewelyn Davies, suoi pupilli e ispiratori: la Londra di fine ottocento, e insieme una Londra meravigliosamente Sixties, tra musica, droghe, comunità di artisti e rockstar.
Un magico affresco multicolore in cui convivono bambini volanti, fate, spade di legno, Bob Dylan e Stanley Kubrick, teatri in delirio, LSD, mamme affettuose, impresari intrepidi, pirati, coccodrilli e optical party.
Il punto di incontro è l’amore-ossessione per il bambino che non è mai cresciuto, perché nell’infanzia ha scoperto la perfezione della libertà e della fantasia: ed è così che lo scrittore di fine ottocento, l’artista pop, e chi legge sono personaggi essi stessi dell’avventura di Peter Pan, guidati come per gioco a una riflessione, a tratti cupa, sul senso della vita e della morte ("la morte può essere una grandiosa avventura…") .

I Giardini di Kensington sono uno straordinario omaggio, immaginifico e decadente, al mito dell’Isola che non c’è: seconda stella a destra, e poi dritti fino al cuore di Londra, nei giardini di Kensington dove J.M. Barrie volle innalzare una statua al bambino che sapeva volare.
Un libro originalissimo, che riempiresti di post-it, tante sono le frasi che vorresti trattenere nella memoria.