Il Premio Nobel per la Letteratura a Herta Muller
Il premio Nobel 2009 per la letteratura è toccato a Herta Muller, scrittrice rumena di lingua tedesca, che "con la forza della poesia e la franchezza della prosa, descrive il panorama dei diseredati", come recita la motivazione, pur tra i mugugni di quanti si aspettavano che il premio fosse assegnato a un autore più universalmente famoso.
Nata nel 1953 nel Banato Svevo, regione della Romania di cultura tedesca, Herta Muller, compiuti gli studi presso l'università di Timisoara, trova lavoro come traduttrice, ma perde l'impiego per non aver voluto collaborare con la polizia segreta del regime di Ceausescu. Aderisce a un gruppo di scrittori che intendono la propria militanza letteraria come opposizione alla dittatura; in quel gruppo incontra anche Richard Wagner, che diventa sua marito e con il quale emigra in Germania nel 1987.
Il suo primo libro, la raccolta di racconti Bassure (i cui temi fondamentali sono la dittatura e la condizione del Banato Svevo, minoranza culturale chiusa e priva di prospettive), viene pubblicato in Romania nel 1982, ma solo in versione censurata, per uscire poi in versione integrale due anni dopo in . Qui la Muller ha continuato la sua attività, mantenendo sempre come tema principale il clima soffocante della dittatura del suo paese d'origine. Vince il Premio Kleist nel 1994, il Premio Joseph Breitbach nel 2003 e il Premio Konrad Adenauer nel 2004.
La sua fortuna editoriale in Italia è limitata: dopo la pubblicazione dei racconti di Bassure (Editori Riuniti 1987) e del romanzo breve In viaggio su una gamba sola (Marsilio 1992), c'è un lungo intervallo prima della traduzione di un suo titolo nel nostro paese, fino al 2008, anno in cui l'editore Keller di Rovereto pubblica Il paese delle prugne verdi, il libro della Muller più noto a livello internazionale. Vi si respira l'atmosfera asfittica della Bucarest degli anni ottanta, in cui si consuma la tragedia di Lola, studentessa che viene indotta al suicidio, ma non dimenticata dai suoi compagni, che si attirano le ire del regime nel tentativo di non far cadere nel silenzio la sua morte.
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