"Avrei voluto", "Avrei potuto", "Avrei dovuto": chi non incomincia così una frase, almeno una volta nella vita? Magari per rendersi conto che la vita che si ritrova è molto diversa da quella che si aspettava; magari per capire, col senno di poi, che la sua esistenza è cambiata più per occasioni che si è lasciato scappare che per decisioni consapevolmente prese.
Licalzi mette in scena cinque personaggi (
Laura,
Maddalena,
Patrizia,
Carla,
Lorenzo) colti a fantasticare sulla possibilità di un'altra vita: perché il caso si manifesta nei più insignificanti dettagli, come non sentire la sveglia o prendere il caffè in un bar diverso dal solito, ma le possibilità sono infinite e sconosciute, così quel dettaglio viene a scompigliare le carte una volta per sempre.
A ben vedere, spiega divertito
Licalzi, niente impedisce che, in altri universi, altri noi stessi stiano vivendo tutte le nostre vite possibili: e non è detto che in realtà siano più felici di noi.
Lorenzo Licalzi, nato a
Genova nel
1956, è psicologo e scrittore. Nel
2001 ha esordito come narratore con
Io no, seguito da
Non so (
2003) e
Il privilegio di essere un guru (
2004), titoli che gli hanno assicurato l'attenzione del pubblico. Altri suoi romanzi sono
Che cosa ti aspetti da me? (2005),
Vorrei che fosse lei (
2006),
Apposta per te (
2008). Nel
2003 Io no è diventato un film, diretto da
Simona Izzo e
Ricky Tognazzi.
Nel
2008 è uscito anche
Sette uomini d'oro, scherzoso noir di provincia che segue le picaresche vicende di tre amici decisi a mettere a segno, con l'ispirazione dei banditi visti al cinema del paese, il colpo del secolo.