Quando le milizie arabe a cavallo attaccano il suo villaggio,
Valentino Achak Deng vede i suoi amici ammazzati, le case incendiate, la sua famiglia dispersa e in fuga.
Ancora bambino si salva fuggendo: lascia
Marial Bai, e tutta la sua vita, il negozio del papà, il giallo splendente della lunga veste della mamma, i giochi con gli amici e la sorella, i primi amori.
Achak non sa nulla della guerra civile che lacera il suo paese, il
Sudan: può solo scappare per salvarsi, e corre, corre per giorni e notti.
E’ attraverso l’esperienza sconvolgente di
Valentino Achak Deng che
Dave Eggers affronta il difficile racconto della guerra civile sudanese nel libro
Erano solo ragazzi in cammino.
Un racconto lucido, onesto e commovente, che a tratti è attraversato da una vena ironica e umoristica, nella quale si riconosce la penna del “formidabile genio” di
Dave Eggers.
La fuga a piedi dal villaggio e dallo sterminio del popolo
Dinka, la lunga marcia fino all’Etiopia alla ricerca della pace e di una nuova vita - migliaia di bambini in cammino, I Bambini Perduti, quelli orfani, o separati dai genitori, che non hanno nulla se non la forza di camminare e sognare.
Una lunga marcia di fame, disperazione, malattia, sotto il costante rischio di attacchi, o l’altrettanto pericoloso arruolamento forzato dei ribelli.
Dopo l’Etiopia un nuovo cammino che porta i ragazzi in Kenia, a creare il più grande campo profughi della storia,
Kakuma. Decine di migliaia di rifugiati assistiti dalle Nazioni Unite, tra i quali Achak, che vive a Kakuma per 10 lunghi anni, in una semi-esistenza con cibo razionato e la speranza di una vita vera.
Dal Kenia Achak avrà la possibilità di essere tra i profughi accolti negli Stati Uniti, e nell’ironia della sua vita al limite dell’epopea, sale sull’aereo diretto a Miami l’11 settembre 2001: da Atlanta, dove vive, racconta la sua storia, a metà strada tra biografia e romanzo.
Una storia di sopravvivenze e di amicizie, nella quale c’è anche spazio per l’amore adolescenziale e per quello adulto, la scoperta della ferocia umana in Sudan e della violenza quotidiana in America. Una storia che è fatta anche di fiducia, verso le tante mani che si sono tese per dare sostegno e aiuto, in Africa nel campo profughi, e in America, con gli “sponsor” e le organizzazioni umanitarie.
E di fiducia tradita: perché nell’agognata America Achak scopre l’esistenza di una nuova guerra, il pericolo di aprire la porta di casa agli sconosciuti, o lo sgomento nell’entrare in un ospedale senza copertura assicurativa.
Quella di
Valentino Achak Deng è una vita da leggere e da conoscere, per dare una forma all’esistenza delle migliaia di profughi senza volto e nome, vittime di guerre tanto inutili quanto dimenticate, poco “fotogeniche” e mediatiche.
Un libro sorprendente, una storia toccante, terribile ma capace anche di grande poesia, nella quale la personalità di
Eggers si fa generosamente da parte per lasciare il campo a
Valentino Achak Deng e al suo racconto. A lui e alla sua fondazione, sono destinati tutti i proventi del libro:
www.valentinoachakdeng.com.