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Erano solo ragazzi in cammino
Di Francesca Cingoli (del 26/07/2007 @ 07:00:20, in Libri di narrativa, linkato 3989 volte)
Quando le milizie arabe a cavallo attaccano il suo villaggio, Valentino Achak Deng vede i suoi amici ammazzati, le case incendiate, la sua famiglia dispersa e in fuga. Ancora bambino si salva fuggendo: lascia Marial Bai, e tutta la sua vita, il negozio del papà, il giallo splendente della lunga veste della mamma, i giochi con gli amici e la sorella, i primi amori. Achak non sa nulla della guerra civile che lacera il suo paese, il Sudan: può solo scappare per salvarsi, e corre, corre per giorni e notti. E’ attraverso l’esperienza sconvolgente di Valentino Achak Deng che Dave Eggers affronta il difficile racconto della guerra civile sudanese nel libro Erano solo ragazzi in cammino. Un racconto lucido, onesto e commovente, che a tratti è attraversato da una vena ironica e umoristica, nella quale si riconosce la penna del “formidabile genio” di Dave Eggers. La fuga a piedi dal villaggio e dallo sterminio del popolo Dinka, la lunga marcia fino all’Etiopia alla ricerca della pace e di una nuova vita - migliaia di bambini in cammino, I Bambini Perduti, quelli orfani, o separati dai genitori, che non hanno nulla se non la forza di camminare e sognare. Una lunga marcia di fame, disperazione, malattia, sotto il costante rischio di attacchi, o l’altrettanto pericoloso arruolamento forzato dei ribelli. Dopo l’Etiopia un nuovo cammino che porta i ragazzi in Kenia, a creare il più grande campo profughi della storia, Kakuma. Decine di migliaia di rifugiati assistiti dalle Nazioni Unite, tra i quali Achak, che vive a Kakuma per 10 lunghi anni, in una semi-esistenza con cibo razionato e la speranza di una vita vera. Dal Kenia Achak avrà la possibilità di essere tra i profughi accolti negli Stati Uniti, e nell’ironia della sua vita al limite dell’epopea, sale sull’aereo diretto a Miami l’11 settembre 2001: da Atlanta, dove vive, racconta la sua storia, a metà strada tra biografia e romanzo. Una storia di sopravvivenze e di amicizie, nella quale c’è anche spazio per l’amore adolescenziale e per quello adulto, la scoperta della ferocia umana in Sudan e della violenza quotidiana in America. Una storia che è fatta anche di fiducia, verso le tante mani che si sono tese per dare sostegno e aiuto, in Africa nel campo profughi, e in America, con gli “sponsor” e le organizzazioni umanitarie. E di fiducia tradita: perché nell’agognata America Achak scopre l’esistenza di una nuova guerra, il pericolo di aprire la porta di casa agli sconosciuti, o lo sgomento nell’entrare in un ospedale senza copertura assicurativa. Quella di Valentino Achak Deng è una vita da leggere e da conoscere, per dare una forma all’esistenza delle migliaia di profughi senza volto e nome, vittime di guerre tanto inutili quanto dimenticate, poco “fotogeniche” e mediatiche. Un libro sorprendente, una storia toccante, terribile ma capace anche di grande poesia, nella quale la personalità di Eggers si fa generosamente da parte per lasciare il campo a Valentino Achak Deng e al suo racconto. A lui e alla sua fondazione, sono destinati tutti i proventi del libro: www.valentinoachakdeng.com.