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Piccoli suicidi nella Finlandia di Paasilinna
Di Roberto Seoni (del 03/11/2006 @ 22:02:29, in Libri di narrativa, linkato 2546 volte)
Il mondo caleidoscopico, malinconico e sommessamente ironico di Arto Paasilinna è tornato qualche mese fa a fare irruzione, con il fragore vociante e chiassoso dei suoi personaggi, nelle librerie italiane, grazie a una nuova, deliziosa opera, edita nel nostro paese per i tipi di Iperborea. La Finlandia misteriosa e vagamente etilica di Paasilinna, roboante come un film del connazionale Aki Kaurismaki, ma in fondo fiabesca nel suo declinare nostalgico verso le grandi foreste contaminate dall'opera dell'uomo, rappresenta in fondo la chiave di lettura di questi Piccoli suicidi tra amici. Una chiave che è anche uno sfondo decadente che permea personaggi mai così stilizzati nell'opera di Arto, ora racchiusi nell'uniforme di un colonnello, ora negli abiti un po' trasandati di un imprenditore fallito, ora in quelli più succinti e vagamente erotici della vicepreside Helena Puusaari. Tante vite scagliate follemente verso la ricerca della morte, ma in fondo così tenacemente attaccate alla vita, al suo pulsare rigoglioso e imprevedibile: e cos'è in fondo la "Saetta della morte", il lussuoso pullman che trasporterà gli aspiranti morituri in un lugubre ma spassoso vagabondaggio per l'Europa, se non un'ironica rappresentazione dell'esistenza, pazza e insensata corsa verso il precipizio? Senza perdere mai il filo dell'umorismo nero che lo caratterizza, Paasilinna scavalca a piè pari le norme del bon ton letterario, esibendosi in un ottovolante romanzesco che fa emergere i suoi temi come fuochi d'artificio in una notte senza luna: dall'afflato ecologico e sottilmente critico nei confronti del progresso che corrompe la natura, alla velata polemica sociale che sembra prendere di mira i meccanismi delle relazioni interpersonali, fino a mettere in dubbio l'esistenza stessa di una società permeata da regole in disafacimento. Un libro dal ritmo inebriante e irresistibile, da leggere a rotta di collo fino alla stupefacente conclusione, o alle "stupefacenti conclusioni" che sembrano non regalare una fine a una vicenda tanto grottesca quanto sinistramente divertente.